40 anni di Aids. La lotta al virus e la speranza di un vaccino

Nella primavera del 1981 il primo caso di Aids, la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita causata da un nuovo virus, l’HIV, estremamente mutevole e difficile da colpire. Dopo più di trent’anni di fallimenti le ricerche di un vaccino efficace hanno ripreso vigore.

La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, o AIDS, si manifestò per la prima volta nella primavera del 1981, allorché al Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) di Atlanta, negli Stati Uniti, fu segnalato un aumento sospetto di casi di polmonite da Pneumocystis carinii (PCP), una gravissima infezione polmonare spesso ad esito fatale, assai raramente osservata in precedenza.  

Numerosi indizi concorrevano ad ipotizzare quale agente causale un virus responsabile di una severa immunodepressione, che a sua volta permetteva ad agenti patogeni come P. carinii, normalmente inibiti dai meccanismi di difesa dell’organismo ospite, di manifestarsi in tutta la loro virulenza.  

All’inizio altri virus come il cytomegalovirus (CMV) o il virus di Epstein-Barr (EBV) furono sospettati di essere gli agenti causali della sindrome, ma ben presto ci si rese conto che si trattava di un virus nuovo, che in effetti fu isolato all’Institut Pasteur di Parigi nel 1983 e pochi mesi dopo anche negli Stati Uniti, e cui in séguito (1986) fu attribuito il nome di HIV (Human Immunodeficiency Virus). 

Per meglio comprendere il meccanismo d’azione patogenetico dell’AIDS è necessario a questo punto aprire una parentesi sulla struttura e le funzioni del sistema immunitario. L’origine evolutiva …

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.