Premessa
L’essere umano è tale fin dalla nascita, in quanto appartenente alla specie umana. Tuttavia, l’umanità dell’uomo si realizza pienamente soltanto attraverso un lungo processo sociale: l’educazione. Ma in quale senso l’educazione ci rende compiutamente umani? Iniziamo con l’esaminare alcuni presupposti antropologici dell’educazione, per poi cercare di cogliere (in modo approssimativo) il rapporto tra l’educazione e l’umanizzazione.
L’educazione, in quanto pratica intenzionale, presuppone alcune idee sull’essere umano, una sorta di antropologia pedagogica tacita che può però essere resa pienamente esplicita.
Si tratta delle caratteristiche dell’uomo che costituiscono le condizioni necessarie dell’educazione in quanto tale. Per esempio, una caratteristica che è necessario attribuire all’essere umano per dare senso alla pratica educativa è quella dell’educabilità. Il fatto che l’essere umano sia suscettibile di essere educato è un presupposto necessario per l’educazione, una sua condizione di possibilità. Pertanto, l’antropologia pedagogica vede l’uomo come essere educabile.
Un’altra assunzione rilevante è espressa dal concetto di “educando”, che incorpora una dimensione normativa, indicando che l’antropologia pedagogica considera l’uomo in quanto essere da educare (ossia, si postula che esso debba essere educato per diventare pienamente umano). Una dimensione di tipo sia descrittivo che normativo è invece inerente alla categoria di “educatore”, che da un lato implica la capacità dell’uomo di educare i propri simili, dall’altro fa di questo un compito dell’uomo: ossia, l’antropologia pedagogica vede l’uomo in quanto essere che educa i propri simili (cioè, si postula che sia l’essere che umanizza l’altro uomo).
Premesse questi assunti antropologici, necessari per dare senso all’educazione, passiamo a esaminare la specificità umana dell’educazione, ossia la sua natura di processo che caratterizza in modo distintivo la specie umana. Si può tentare di cogliere qualche aspetto di tale specificità esplorando alc…