Etica d’una guerra partigiana

Fascismo e Resistenza non rappresentano solo due momenti storici, ma costituiscono due ‘antropologie’ radicalmente agli antipodi, divise da un’alterità incolmabile. Purtroppo, però, mentre l’antropologia fascista sembra parte integrante del corredo ‘genetico’ degli italiani, lo ‘spirito della Resistenza’ – che impone capacità critica, libertà di pensiero, autonomia – è stato un’anomalia per il nostro paese. Che non a caso, infatti, l’ha sostanzialmente lasciato cadere nell’oblio.

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Da MicroMega 3-2015

Gli strateghi confabulano

Discorsi sul passato, presente, futuro degli Stati sottintendono una genetica più o meno attendibile: ad esempio, che le sorti italiane dipendano da una stella inaffondabile. Così Adolf Hitler rassicura i cortigiani domenica sera 7 dicembre 1941, quando la controffensiva russa davanti a Mosca evoca l’incubo d’una catastrofe napoleonica: impossibile, perché il Reich ha due alleati; in tremila anni il Sol Levante non ha mai perso guerre; l’Italia le perde tutte ritrovandosi alla fine tra i vincitori. Arroccati in tale assioma, i vertici militari e l’augusto sovrano nella tarda estate 1943 conducono alla catastrofe esercito e paese. Dal 25 luglio Mussolini è prigioniero, avendo governato vent’anni, otto mesi, venticinque giorni. L’Italia, satellite esausto, spera d’uscire dalla guerra ma Hitler vuol usarla come bastione meridionale: affluiscono indisturbate divisioni tedesche; ed esistono i piani d’una fulminea mainmise (in codice, Achse). Sono in co…

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.