Il giro dei soldi e del potere: che cos’è il riciclaggio

Che cosa si intende per riciclaggio? Quali dinamiche segue il “lavaggio” del denaro di provenienza illecita?

Pubblichiamo un estratto dal volume Il giro dei soldi – Storie di riciclaggio. Da Milano al Delaware: dove finiscono i capitali sporchi di evasori e criminali di David Gentili, Ilaria Ramoni e Mario Turla (Altreconomia).

CHE COS’È IL RICICLAGGIO

Era un giorno come un altro: ovvero è il 6 luglio del 2004, il tempo era bello, forse, ma ci piace comunque pensare che facesse caldo.

Questa storia inizia con un signore che arriva in piazza di Torre Argentina a Roma, ha con sé una valigetta 24 ore, o forse una semplice borsa, è vagamente preoccupato per il suo contenuto, ma in realtà è abituato, e forse – in fondo – è una cosa che non accade così di rado. Passeggia con un passo normale, in una Roma sempre più assolata.

Il suo scopo fondamentalmente è semplice, deve eseguire un compito che gli è stato affidato dal suo capo, un costruttore molto influente in città. Il suo nome è Diego Anemone, nato nel 1971 e che all’epoca dei fatti ha 33 anni: è a capo di una modesta azienda ma intorno a lui gira un insieme di relazioni di quelle che contano, al punto che qualche giornalista lo definisce un “vortice gravitazionale”, intorno a cui ruota la giostra degli appalti per i grandi eventi. Ma torniamo al nostro uomo, che cammina fino a raggiungere finalmente la sua destinazione, l’agenzia 582 della Deutsche Bank in pieno centro a Roma, di fronte alla libreria Feltrinelli; entra, probabilmente lo conoscono e, specularmente, lui si fida di loro, se no non ci sarebbe andato; forse ha chiesto un posto riservato, magari il salottino dedicato ai clienti importanti. Una volta seduti e tranquilli, ecco la richiesta. Emettere 80 assegni circolari per un valore complessivo di 900.000 euro per cassa e farli intestare a due signore, Papa 1 e Papa 2. L…

Israele, la memoria dell’Olocausto usata come arma

La memoria dell’Olocausto, una delle più grandi tragedie dell’umanità, viene spesso strumentalizzata da Israele (e non solo) per garantirsi una sorta di immunità, anche in presenza di violenze atroci come quelle commesse a Gaza nelle ultime settimane. In questo dialogo studiosi dell’Olocausto discutono di come la sua memoria venga impiegata per fini distorti, funzionali alle politiche degli Stati, innanzitutto di quello ebraico. Quattro studiosi ne discutono in un intenso dialogo.

Libano, lo sfollamento forzato e le donne invisibili

La disuguaglianza di genere ha un forte impatto sull’esperienza dello sfollamento di massa seguito alla guerra nel Libano meridionale. Tuttavia, la carenza di dati differenziati rischia di minare l’adeguatezza degli aiuti forniti e di rendere ancora più invisibile la condizione delle donne, che in condizioni di fuga dalla guerra sono invece notoriamente le più colpite dalla violenza e dalla fatica del ritrovarsi senza casa e con bambini o anziani a cui prestare cure.

Come il fascismo governava le donne

L’approccio del fascismo alle donne era bivalente: da un lato mirava a riportare la donna alla sua missione “naturale” di madre e di perno della famiglia, a una visione del tutto patriarcale; ma dall’altro era inteso a “nazionalizzare” le donne, a farne una forza moderna, consapevole della propria missione nell’ambito dello Stato etico; e perciò a dar loro un ruolo e una dimensione pubblica, sempre a rischio di entrare in conflitto con la dimensione domestica tradizionale. Il regime mise molto impegno nel disinnescare in tutti i modi questo potenziale conflitto, colpendo soprattutto il lavoro femminile. Ne parla un libro importante di Victoria de Grazia.