Il grande inganno dell’otto per mille

Ogni anno quasi un miliardo e mezzo di gettito fiscale viene ripartito tra lo Stato e 12 confessioni religiose secondo un meccanismo ingannevole di cui la maggior parte delle persone è all’oscuro. Un cortocircuito denunciato dall’Uaar con la campagna “Occhio per mille”.

Ogni anno, il dilemma dell’otto per mille. La quota di imposta sui redditi soggetti Irpef destinata allo Stato e a 12 confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con le nostre istituzioni. Milioni di contribuenti effettuano la propria scelta. Altri, invece, no. Ma i soldi partono ugualmente. Chi esprime un destinatario nella propria dichiarazione è, in media, il 42 per cento di coloro che versano le tasse. Il malloppo rimanente è ripartito in base alle preferenze espresse: i soggetti più votati prendono di più perché si dividono la fetta versata da coloro che non indicano. 

“Un meccanismo fondato sull’inganno perché la maggior parte delle persone che non palesano la scelta è inconsapevole di ciò che avviene”, esordisce così Roberto Grendene, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), organizzazione che da anni si batte contro la natura del contributo che, a suo dire, “foraggia le strutture religiose attraverso il gettito fiscale pubblico”. Il segretario dell’Uaar critica aspramente gli ingranaggi alla base della distribuzione dei fondi e sottolinea come il cortocircuito non venga aggredito dalle istituzioni. 

Nel 2014 la Corte dei Conti aveva affermato che l’otto per mille non rispetta “i principi di proporzionalità, volontarietà e uguaglianza”. E si era focalizzata sulle scarse informazioni fornite al cittadino sul funzionamento del gioco del mille. L’organo di garanzia è tornato più volte sulla questione. 

Il 

Orlando Figes e la copertina di Storia della Russia

Orlando Figes: “La società russa non coincide né con i miti di Putin, né con gli schemi dell’intelligencija liberale”

“Storia della Russia. Mito e potere da Vladimir II a Vladimir Putin” di Orlando Figes racconta in che modo la propaganda e il regime di Stato riscrivono la storia della Russia in base ai miti del potere, presentandola in questo modo sia ai russi, sia al mondo esterno. Ma la società russa, spiega lo studioso in questa intervista, non coincide con lo Stato né con la sua propaganda. E però, come dimostrano il protagonismo contadino durante i secoli e l’esperienza rivoluzionaria del 1917, nella sua autodeterminazione democratica non coincide neanche con il modello liberale e occidentalista auspicato dall’intelligencija, la quale a sua volta sconta uno scollamento sempre più forte dalla società.

Gli (infruttuosi) tentativi vaticani di contrastare l’ateismo

Fra i nemici principali della Chiesa cattolica c’è certamente l’ateismo, che i diversi papi – da Pio XII fino a Francesco – hanno cercato di combattere con strade diverse: facendo leva sui Paesi fuori dall’Europa, identificando nel comunismo ateo il male o tentando la strada del dialogo come nel caso del Cortile dei Gentili del cardinale Ravasi. Ma le strategie si sono rivelate tutte inefficaci.

Governo Sánchez in Spagna. Sánchez e Iglesias alla Moncloa

In Spagna si gioca il futuro della sinistra europea

Nonostante anni molto complicati, fra crisi pandemica e guerra, il governo Sánchez in Spagna, sostenuto esclusivamente da forze di sinistra, ha dimostrato che è possibile realizzare politiche progressiste, a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione. Un bilancio.