“L’etica della responsabilità dopo Covid-19”

“Il vaccino è un bene comune universale, ma non basta. È necessario ridurre le cause profonde, ecologiche e sociali, che favoriscono le pandemie”. Intervista a Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, tra gli ospiti delle “Giornate della laicità 2021”.

Intervista di Alexia Salati

A Reggio Emilia anche quest’anno le Giornate della laicità, in programma dal 10 al 13 giugno, proporranno un nuovo calendario di incontri, dibattiti e spettacoli, con importanti nomi della scienza e della cultura che, dialogando in presenza e in streaming, indagheranno la relazione tra natura e cultura. Una relazione che tocca da vicino identità e autodeterminazione della “bestia umana”, dalla cui capacità di trovare soluzioni ed equilibri dipenderà la risoluzione dei problemi del nostro tempo: i cambiamenti climatici, la gestione del fine vita, le società complesse, le crescenti diseguaglianze, i diritti civili, le pandemie. 

“La scimmia è nuda. Natura [è] cultura” è il tema conduttore di quest’anno, il filo rosso attorno al quale si intrecceranno le parole di Roberta De Monticelli, Paolo Nichelli, Maurizio Ferraris, Simona Argentieri, Francesco Remotti, Guido Barbujani, Paolo Flores d’Arcais, Eva Cantarella, Cinzia Sciuto, Sumaya Abdel Qader, Chiara Saraceno, Giorgio Maran, Michela Milano, Marco d’Eramo, Massimo Baldacci, Elena Gagliasso, Carlo Sini, Elena Granaglia. 

Tra gli ospiti anche il filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani, che giovedì 10 giugno alle 21 parlerà di etica e responsabilità dopo il COVID-19. 

Prof. Pievani, durante quest’ultimo anno uno degli slogan più utilizzati è stato “Ne usciremo migliori”. Ne stiamo lentamente uscendo migliori? O almeno un po’ più adatti? 

Dubito ne usciremo migliori; in queste settimane ci rendiamo conto che abbiamo fretta di dimenticare e tornare alla normalità…

Tutto il potere agli arraffatutto: la Costituzione tradita

La Costituzione italiana indica la strada del regionalismo come una possibile attuazione di politiche solidali, per garantire a tutti i cittadini il godimento dei diritti fondamentali. L’ipotesi di autonomia differenziata che oggi culmina con il DDL Calderoli ma è stata avviata dai governi di sinistra con la riforma del titolo V della Costituzione fonda invece un regionalismo competitivo e accaparratore, che rischia di disgregare interamente l’unità della Repubblica italiana e della sua cittadinanza.

Un attacco ad ampio raggio ai diritti di tutti

Dalla creazione di una scuola diseguale fino alla morte delle contrattazioni nazionali, che di fatto rinnegherebbero l’articolo 1 stesso della Costituzione, l’autonomia differenziata è un attacco ad ampio raggio ai diritti dei cittadini. Gli allarmi sono stati sollevati da più parti eppure la macchina si è messa in moto e bisogna capire come fermarla.

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Scuola: un “organo costituzionale” fatto a pezzi

La Costituzione promuove il pieno sviluppo della persona umana e la scuola riveste un compito fondamentale nel porne le basi. Ma qualora l’Autonomia differenziata diventasse realtà si creerebbe un sistema scolastico diverso in ogni Regione che configurerebbe cittadini di serie A e cittadini di serie B.