Democrazia, maggioranze e governabilità: la regola di Condorcet e il caso italiano

La soluzione al problema dell’assenza di una maggioranza in società fortemente conflittuali andrebbe cercata non nell’adozione di un sistema elettorale che garantisca comunque una maggioranza, ma nell’adozione di procedure parlamentari che consentano di governare efficacemente anche in assenza di una maggioranza.

L’eventualità della assenza di una maggioranza stabile in Parlamento è un problema molto serio per i politologi (e per i politici), sia dal punto di vista positivo che da quello normativo. E naturalmente questo problema diventa particolarmente grave quando nel paese non esiste una coalizione maggioritaria di opinioni, ovvero, semplificando un po’, quando un’elezione proporzionale non produrrebbe una maggioranza sufficientemente omogenea per governare in modo efficace. Alcuni hanno suggerito, e suggeriscono, di risolvere questo problema adottando un sistema elettorale che produca comunque una maggioranza, vincolando opportunamente le scelte degli elettori. Ma se la società è complessa e articolata questo approccio è rischioso, e lo è tanto di più quanto più la società è divisa (su ciò torneremo). 

La creazione di maggioranze artificiali dovrebbe essere non una prassi corrente, ma una extrema ratio emergenziale da adottare in assenza di altre alternative. Qui suggerisco che la soluzione del problema della possibile assenza di una maggioranza in società fortemente conflittuali andrebbe cercata non tramite l’adozione di un sistema elettorale che garantisca comunque una maggioranza, ma tramite l’adozione di procedure parlamentari che consentano di governare efficacemente anche in assenza di una maggioranza. A un possibile esempio, dotato di basi teoriche molto solide, è dedicato questo articolo. 

Maggioranza ed elezione di un Parlamento 

Un Parlamento deve riprodurre in scala l’assemblea ideale dei cittadini, che sono troppo numerosi per potere riunirsi e deliberare efficacemente tutti insie…

Giù le mani dai centri antiviolenza: i tentativi istituzionalisti e securitari di strapparli al movimento delle donne

Fondamentale acquisizione del movimento delle donne dal basso, per salvarsi la vita e proteggersi dalla violenza soprattutto domestica, oggi i centri antiviolenza subiscono una crescente pressione verso l’istituzionalizzazione e l’irreggimentazione in chiave securitaria e assistenzialista. Tanto che ai bandi per finanziarli accedono realtà persino sfacciatamente pro-patriarcali come i gruppi ProVita o altre congreghe di tipo religioso.

Contro l’“onnipresente violenza”: la lotta in poesia delle femministe russe

Una nuova generazione di femministe russe, oggi quasi tutte riparate all’estero dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina, sta svelando attraverso un nuovo uso del linguaggio poetico il trauma rappresentato per le donne dalla violenza maschile, all’interno di una società patriarcale come quella russa che, con il pieno avallo dello Stato, ritiene lo spazio domestico e chi lo abita soggetti al dominio incontrastato dell’uomo. La popolarità della loro poesia e del loro impegno testimonia la reattività della società russa, nonostante la pesante militarizzazione.