Moni Ovadia racconta la questione israelo-palestinese

Un “monologo”. Un’approfondita analisi geopolitica. L’attore, in esclusiva per MicroMega+, ricostruisce mezzo secolo di storia. E lo fa assumendo lo sguardo dell’Occidente, del “mondo che domina il mondo”.

Moni Ovadia, in un “monologo” per MicroMega+, parte dall’ultimo conflitto tra Israele e Palestina per affrontare mezzo secolo di storia. Dal punto di vista dell’Occidente, “del mondo che domina questo mondo”, l’attore sottolinea come ogni intervento politico sia “tendenzialmente parametrato sullo sguardo americano. Uno sguardo che tiene in un angolo lontanissimo i palestinesi e tende a vedere in primissimo piano gli israeliani, uno sguardo che accetta la propaganda sionista”.  

Eppure “il popolo palestinese vive in una condizione inimmaginabile, di brutalità, di solitudine, di stillicidio, di vessazioni. Espropriato di tutto, è il popolo più solo del mondo”. 

Nonostante Platone, Adriana Cavarero smaschera l’ordine patriarcale

Adriana Cavarero ha dedicato la sua esistenza a decodificare il linguaggio della rappresentazione, non solo per il piacere necessario della decostruzione, quanto anche e soprattutto per proporre un nuovo pensiero del femminile, “un immaginario di speranza” che, dall’analisi del passato e dalla critica del presente, lanci lo sguardo verso il futuro, un futuro che indichi rapporti nuovi e diversi.

Fosse Ardeatine, 80 anni dall’eccidio. Intervista a Michela Ponzani

Il 23 marzo 1944 un gruppo di partigiani gappisti compiva l’attentato di via Rasella, a cui il giorno dopo gli occupanti tedeschi risposero con la terribile rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Un legittimo atto di Resistenza a cui fece seguito un massacro deliberato. Eppure, nell’Italia attuale, in cui una parte non solo della società ma anche delle istituzioni non si riconosce nei valori e nell’eredità dell’antifascismo, tali eventi sono ancora oggetto di contesa. La ricostruzione della storica Michela Ponzani non lascia però spazio a nessuna tendenziosa ambiguità.

L’accordo fra Unione Europea ed Egitto è già un fallimento

L’Egitto è un Paese al collasso in cui, oltre alla povertà endemica, fra gli abitanti cova ancora sotto la cenere il fuoco della rivoluzione. Gli accordi stretti con il governo italiano servono ad Al Sisi per cercare di mantenere il controllo, ma rischiano per molti versi di peggiorare la situazione del Paese. L’Europa, in questo quadro, prosegue con la sua solita politica miope: pretendere di fermare i flussi umani favorendo le dittature e i loro metodi violenti e persecutori.