Una vita a impatto zero / Prima puntata (PODCAST)

Per anni si è parlato di raccolta differenziata come se fosse l’unico gesto virtuoso che il singolo potesse fare per tutelare l’ambiente. C’è chi invece da tempo porta avanti un’altra battaglia, a monte: quella della riduzione totale del rifiuto. Giada Pari ci accompagna in un viaggio all’interno dell’ecosostenibilità con modelli di business virtuosi e testimonianze dirette.

Negli ultimi anni l’ecosostenibilità pare sia diventata una moda, un grido che si leva a più voci e campeggia spesso su cartelloni pubblicitari, spot tv o sulle etichette di prodotti da supermercato e non solo. Ad accompagnare ogni nuovo fenomeno che nasce arriva il relativo neologismo, che in questo caso è stato preso in prestito dalla lingua inglese: greenwashing, nato dalla crasi di green, verde, e whitewashing, imbiancare e quindi in senso lato nascondere qualcosa. Nascondere sotto l’etichetta green prodotti che in realtà non lo sono affatto. Di esempi di questo tipo è ricco il nostro mercato, tanto che diverse aziende sono state multate dall’Antitrust per messaggi fuorvianti e che non corrispondevano alla realtà dei fatti.

Se si guarda però l’altro lato della medaglia si vede un Paese sempre più in fermento e guidato da uno spirito di cambiamento, trainato dalle nuove generazioni, che sta poco alla volta permeando il nostro tessuto. 

È così difficile oggi, con il nostro stile di vita sempre più frenetico, in città sempre più alienanti, fare un passo indietro e provare a essere parte attiva nel cambiamento? La risposta è no perché attorno a noi la realtà sta cambiando. In questa prima puntata di “Vita a impatto zero” ascolteremo le testimonianze di chi ha deciso di cambiare rotta e di chi su questo cambiamento ha investito sogni e futuro, realizzando la prima rete al mondo di negozi sfusi.

Ascolta “Vita a impatto zero / Prima puntata” su Spreaker.

Rifugiati siriani

Tutti mercanteggiano sulla pelle dei rifugiati siriani

Con la partecipazione al recente meeting di Gedda il regime di Bashar al-Assad ritorna sulla mappa delle relazioni internazionali. Si apre così la questione del rimpatrio per milioni di rifugiati siriani, che si aggiunge a quella della confisca delle loro case delle loro terre.