Vicari: “Tortura e sospensione della democrazia, Santa Maria Capua Vetere come la Diaz”

“Senza un chiaro rifiuto istituzionale la pratica della tortura nella gestione dell’ordine pubblico continuerà”. Video intervista a Daniele Vicari, regista del film “Diaz. Don’t clean up this blood” sulle violenze delle forze dell’ordine nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto al G8 di Genova.

“Io penso che i fatti della Diaz siano replicabili, seppur in forma diversa, e quello che è accaduto a Santa Maria Capua Vetere è un esempio”. Daniele Vicari, regista del film “Diaz – Don’t clean up this blood”, intervistato da MicroMega parla del suo film ma anche di attualità. “Nessuno voleva produrre questo film e abbiamo trovato dei fondi all’estero, girando totalmente in Romania” aggiunge il regista raccontando le difficoltà iniziali.

“Diaz” è uscito nel 2012 e racconta sia quello che accadde nei 9 minuti di mattanza della Polizia di Stato nella scuola Diaz di Genova, sia le torture nella caserma di Bolzaneto avvenute nelle ore e nei giorni successivi.

“Nella Diaz sono entrati centinaia di poliziotti e hanno distrutto tutto quello che potevano distruggere, cose e persone. Resta da capire in quale Stato democratico questo possa accadere” aggiunge Vicari.

Le sentenze della Cassazione per i fatti della scuola Diaz sono arrivate 11 anni dopo e secondo Amnesty International “non riflettono la gravità dei crimini accertati, e […] coinvolgono un numero molto piccolo di coloro che parteciparono alle violenze e alle attività criminali volte a nascondere i reati compiuti”.

Credit foto: Ansa Luca Zennaro

Nonostante Platone, Adriana Cavarero smaschera l’ordine patriarcale

Adriana Cavarero ha dedicato la sua esistenza a decodificare il linguaggio della rappresentazione, non solo per il piacere necessario della decostruzione, quanto anche e soprattutto per proporre un nuovo pensiero del femminile, “un immaginario di speranza” che, dall’analisi del passato e dalla critica del presente, lanci lo sguardo verso il futuro, un futuro che indichi rapporti nuovi e diversi.

Fosse Ardeatine, 80 anni dall’eccidio. Intervista a Michela Ponzani

Il 23 marzo 1944 un gruppo di partigiani gappisti compiva l’attentato di via Rasella, a cui il giorno dopo gli occupanti tedeschi risposero con la terribile rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Un legittimo atto di Resistenza a cui fece seguito un massacro deliberato. Eppure, nell’Italia attuale, in cui una parte non solo della società ma anche delle istituzioni non si riconosce nei valori e nell’eredità dell’antifascismo, tali eventi sono ancora oggetto di contesa. La ricostruzione della storica Michela Ponzani non lascia però spazio a nessuna tendenziosa ambiguità.

L’accordo fra Unione Europea ed Egitto è già un fallimento

L’Egitto è un Paese al collasso in cui, oltre alla povertà endemica, fra gli abitanti cova ancora sotto la cenere il fuoco della rivoluzione. Gli accordi stretti con il governo italiano servono ad Al Sisi per cercare di mantenere il controllo, ma rischiano per molti versi di peggiorare la situazione del Paese. L’Europa, in questo quadro, prosegue con la sua solita politica miope: pretendere di fermare i flussi umani favorendo le dittature e i loro metodi violenti e persecutori.