Il festino di Pierre Ebuka

Coniuga paradossalmente amore per la buona tavola, Unione Europea e paure dell’altro Manuel Vázquez Montalbán in Il festino di Pierre Ebuka, racconto pubblicato nel 2004 che mette in scena il processo a un epistemologo-cannibale, condannato all’ergastolo e alla cucina di un McDonald’s.

LEGGI GLI ALTRI CONTENUTI DELLO SPECIALE “LETTERATURA” DI MM+

Da MicroMega 1/2004

O riflessioni sui rischi della decadenza europea: il ‘resoconto’ del processo a un epistemologo-cannibale, condannato all’ergastolo e alla cucina di un McDonald’s, in cui lo scrittore recentemente scomparso coniuga paradossalmente amore per la buona tavola, Unione Europea e paure dell’altro. 

Così come in ogni processo degli anni Quaranta o Cinquanta che avesse a che fare con delinquenti francofoni implicati in un qualsiasi «crimine gratuito», il pubblico ministero, probabilmente ex collaborazionista di Vichy, avrebbe citato la nociva influenza esercitata dalla lettura di André Gide sugli accusati, nell’orripilante processo contro «il cannibale di Strasburgo» l’accusa menzionò la remota influenza di I dannati della terra di Fanon sulle pratiche cannibalesche del reo. 

Pierre Ebuka, appartenente a una confusa tribù antropofaga dell’Africa centrale, si era laureato in Epistemologia all’Università di Heidelberg ed era considerato uno dei prin…

Eugène Ionesco e la nostra buffa esistenza

Il 28 marzo 1994 moriva il grande drammaturgo rumeno Eugène Ionesco. Ricordarne la figura e il teatro significa riscoprire il fascino per la sua oscurità buffa, che ci mette di fronte alle nostre esistenze, strabilianti e atroci al tempo stesso, ridicole e tragiche, in cui non c’è la luce di un Dio infinito ad illuminare la via, non c’è speranza o fede ma solo la ricerca del senso in questo costante non senso.

Il Brasile di Lula a sessant’anni dal golpe militare

Nel sessantesimo anniversario del golpe militare in Brasile che inaugurò una lunga dittatura, hanno suscitato indignazione e polemiche le parole dell’attuale Presidente Lula che ha dichiarato di non voler “rivangare il passato”. Una posizione respinta con sdegno dai parenti delle vittime della dittatura: “ripudiare con veemenza il golpe del 1964 è un modo per riaffermare l’impegno a punire i colpi di Stato anche del presente e scongiurare eventuali tentativi futuri”.