Omissis 25

L’Italia dei segreti di Pulcinella e dei misteri occulti, delle deviazioni di Stato e dei crimini eccellenti, è la protagonista del racconto giallo Omissis 25 di Carlo Lucarelli, apparso su MicroMega nel 2002.

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Da MicroMega 3/2002

«“Non lo so cosa succede. Ho messo il naso in qualcosa di grosso, che ammazza tutti quelli che ci hanno a che fare, me compreso. E non lo so come devo comportarmi, non so come muovermi perché non posso fidarmi di nessuno, neppure del mio comandante”». 

«Capisci», disse l’appuntato Miranda, voltando appena la testa di lato perché con quella nebbia in autostrada non c’era da scherzare, «io non sono uno che ha paura, lo sai, però capisci, a forza di fare tutto quello che abbiamo fatto alla fine le antenne un po’ ti vengono, e allora…». 

Fattori si strinse nelle spalle, tenendo gli occhi fissi sul parabrezza anche se non guidava, perché era vero, la nebbia era fittissima e non si vedeva un cazzo.  

«Capisci», diceva Miranda, «se tu mi dici che va bene, io sto buono e calmo, ma mi devi convincere, perché sennò…». 

Fattori alzò gli occhi allo specchietto, istintivamente, ma era girato verso Miranda e non vide niente. Si t…

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.