Sospetto

In questo racconto, apparso su MicroMega nel 1995, l’autore veste i panni di Mohammed Bouchaim, lavavetri marocchino di stanza a Parigi nei giorni della guerra in Iraq, guardato costantemente con tale sospetto, appunto, da mettere in dubbio egli stesso la propria innocenza.

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Da MicroMega 3/1995

“E dunque sarei un tipo sospetto. Perché sono musulmano o perché non sono bello? Dicono che portiamo la barba per fargli paura. Ho forse una testa che può fare paura? Magari proprio sì!’.

Mi chiamo Mohammed Bouchaim. Faccio il lavavetri. Non sono polacco, sono marocchino. Da un po’ di tempo qualcuno mi chiama Moha, altri, ridacchiando, mi chiamano Bouche. Scherzano sul mio nome. Non sapevo che potesse far ridere. Sono di media statura, bruno, molto bruno, con la barba e con i capelli crespi. Dovunque io vada mi faccio piccolo piccolo. 

Sono arabo, un arabo povero, e non sono a casa mia. 

E poi sono proprio l’arabo tipo. Mi faccio sistematicamente controllare all’entrata e all’uscita della metropolitana. C’è sempre un dito che mi indica nella folla. Si direbbe che mi aspetti…

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.

La guerra contro lo Stato condotta dal liberismo della “sussidiarietà”

Pubblichiamo un estratto del libro di Francesco Pallante “Spezzare l’Italia”, Giulio Einaudi Editore, 2024. In questo volume, il costituzionalista argomenta in profondità le ragioni di una battaglia per fermare il disegno eversivo dell’autonomia differenziata, il quale, come spiega nel capitolo di seguito, trae origine anche dalla visione, intrisa di liberismo e populismo al tempo stesso, tale per cui lo Stato sia automaticamente un “male necessario” e le istituzioni “più vicine ai cittadini” consentano un beneficio. Una visione che nega alla radice la politica, vale a dire l’opera di mediazione e sintesi che è in grado di tenere insieme la società.