Sospetto

In questo racconto, apparso su MicroMega nel 1995, l’autore veste i panni di Mohammed Bouchaim, lavavetri marocchino di stanza a Parigi nei giorni della guerra in Iraq, guardato costantemente con tale sospetto, appunto, da mettere in dubbio egli stesso la propria innocenza.

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Da MicroMega 3/1995

“E dunque sarei un tipo sospetto. Perché sono musulmano o perché non sono bello? Dicono che portiamo la barba per fargli paura. Ho forse una testa che può fare paura? Magari proprio sì!’.

Mi chiamo Mohammed Bouchaim. Faccio il lavavetri. Non sono polacco, sono marocchino. Da un po’ di tempo qualcuno mi chiama Moha, altri, ridacchiando, mi chiamano Bouche. Scherzano sul mio nome. Non sapevo che potesse far ridere. Sono di media statura, bruno, molto bruno, con la barba e con i capelli crespi. Dovunque io vada mi faccio piccolo piccolo. 

Sono arabo, un arabo povero, e non sono a casa mia. 

E poi sono proprio l’arabo tipo. Mi faccio sistematicamente controllare all’entrata e all’uscita della metropolitana. C’è sempre un dito che mi indica nella folla. Si direbbe che mi aspetti…

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