Radici: storie di italiani espatriati / Seconda puntata (PODCAST)

Sono quasi novecentomila gli italiani espatriati negli ultimi dieci anni. Al primo posto tra le mete scelte il Regno Unito, a seguire Germania e Francia. È proprio in Germania che dieci anni fa ha scelto di emigrare Carmen; la sua storia, raccontata in questo secondo episodio di “Radici”, è quella di tanti italiani che hanno scelto di piantare nuove radici altrove.

Prima puntata – Radici: le storie di Abdoulaye e Hermann

Li chiamano expat, ovvero espatriati, i giovani italiani che decidono di emigrare all’estero per i più svariati motivi, come se la parola emigrati ancora oggi facesse paura. Una parola che ci riporta alle grandi migrazioni dei nostri connazionali che nei secoli hanno trovato casa fuori dall’Italia. Si partiva per povertà, per disperazione, per cercare una vita più fortunata altrove. A volte il successo arrivava, altre si arrancava nel tentativo di sopravvivere al di là di un oceano, lontano da radici e famiglia.

È questo a non essere cambiato.

La globalizzazione ha sicuramente aiutato a percepire in modo diverso la distanza e forse anche ad innescare nelle nuove generazioni il senso di appartenenza a un non luogo, ma una volta fuori dall’Italia ricostruirsi da capo richiede tempo e non poche difficoltà.

Negli ultimi dieci anni sono quasi novecentomila gli italiani espatriati. Sul podio delle mete scelte ci sono al primo posto Regno Unito, a seguire Germania e Francia. 

È proprio in Germania che dieci anni fa ha scelto di emigrare Carmen; la sua storia, raccontata in questo episodio, è la storia di tanti italiani che hanno scelto di piantare nuove radici altrove.

A testimoniare quello che a tutti gli effetti può definirsi un trend in crescita è Sara Fornari, psicoterapeuta tra le fondatrici di Con te all’estero, un team di psicoterapeuti che offre sostegno ai tanti italiani che hanno scelto di vivere fuori dal nostro Paese.

Ascolta “Radici: storie di italiani espatriati / Seconda puntata” su Spreaker.

CREDIT FOTO: ANSA/TELENEWS

Tutto il potere agli arraffatutto: la Costituzione tradita

La Costituzione italiana indica la strada del regionalismo come una possibile attuazione di politiche solidali, per garantire a tutti i cittadini il godimento dei diritti fondamentali. L’ipotesi di autonomia differenziata che oggi culmina con il DDL Calderoli ma è stata avviata dai governi di sinistra con la riforma del titolo V della Costituzione fonda invece un regionalismo competitivo e accaparratore, che rischia di disgregare interamente l’unità della Repubblica italiana e della sua cittadinanza.

Un attacco ad ampio raggio ai diritti di tutti

Dalla creazione di una scuola diseguale fino alla morte delle contrattazioni nazionali, che di fatto rinnegherebbero l’articolo 1 stesso della Costituzione, l’autonomia differenziata è un attacco ad ampio raggio ai diritti dei cittadini. Gli allarmi sono stati sollevati da più parti eppure la macchina si è messa in moto e bisogna capire come fermarla.

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Scuola: un “organo costituzionale” fatto a pezzi

La Costituzione promuove il pieno sviluppo della persona umana e la scuola riveste un compito fondamentale nel porne le basi. Ma qualora l’Autonomia differenziata diventasse realtà si creerebbe un sistema scolastico diverso in ogni Regione che configurerebbe cittadini di serie A e cittadini di serie B.