MicroMega+, la presentazione del numero del 3 settembre 2021

Con contributi di Antonio Mazzeo, Mark Edmundson, Davide Brocchi, Giada Pari, Maria Luisa Bianco, Prabhat e Utsa Patnaik.

Redazione

Afghanistan, tutta colpa di Joe Biden? Falso!”. In apertura del nuovo numero di MicroMega+ Antonio Mazzeo spiega come la disfatta politico-militare occidentale a Kabul non sia solo responsabilità di Joe Biden e dell’Amministrazione USA ma anche della NATO, l’istituzione che a fianco (e spesso al seguito) di Washington ha condiviso la guerra ventennale e il suo tragico epilogo.

Negli Stati Uniti alcuni insegnanti si oppongono all’insegnamento di Shakespeare nel timore che gli studenti possano essere feriti dalla violenza, dalla misoginia e dal razzismo presenti nelle sue opere. Ma l’abilità verbale e la conoscenza del mondo che ricaviamo dalla lettura del Bardo – spiega Mark Edmundson (“Cancellare Shakespeare? Riflessioni sul futuro della lettura) – sono impareggiabili. Davvero vorremmo vivere senza?

Per molto tempo Berlino ha goduto dell’immagine di paladina nella lotta per l’ambiente. La realtà è un’altra, anche se in vista delle elezioni federali del 26 settembre i Verdi stanno diventando uno dei partiti più forti. La crisi del clima è la crisi dell’idea che la soluzione dei nostri problemi possa arrivare solo dai partiti e dai governi. L’analisi di Davide Brocchi: “Germania, la crisi del clima come crisi della democrazia”.

Su 249 mila donne che hanno perso il lavoro nel 2020, ben 96mila sono mamme con figli minori. Di maternità, lavoro e di un mondo ancora fortemente maschilista parla Giada Pari nel podcast La maternità ai tempi della pandemia con Karen, fondatrice di “Cara, sei maschilista”, e Patrizio Cossa di “Barpapà”.

La grave carenza di lavoro che affligge il nostro Paese è l’esito a cascata di decenni di tagli alla Pubblica Amministrazione e alla spesa pubblica. Ma dove trovare i finanziamenti necessari a invertire la rotta? Per Maria Luisa Bianco (“Disoccupazione e sottodimensionamento del pubblico impiego”) un’imposta straordinaria sui patrimoni finanziari e una moneta fiscale parallela all’euro sono due possibili strade.

La categoria di imperialismo è diventata obsoleta? Nient’affatto. Secondo Prabhat e Utsa Patnaik (“Capitalismo e imperialismo”) non riconoscere l’imperialismo come tendenza sistemica del capitale metropolitano alla dominazione di particolari regioni periferiche significa perdere l’occasione per comprendere sia il colonialismo, sia il capitalismo contemporaneo.

Israele, la memoria dell’Olocausto usata come arma

La memoria dell’Olocausto, una delle più grandi tragedie dell’umanità, viene spesso strumentalizzata da Israele (e non solo) per garantirsi una sorta di immunità, anche in presenza di violenze atroci come quelle commesse a Gaza nelle ultime settimane. In questo dialogo studiosi dell’Olocausto discutono di come la sua memoria venga impiegata per fini distorti, funzionali alle politiche degli Stati, innanzitutto di quello ebraico. Quattro studiosi ne discutono in un intenso dialogo.

Libano, lo sfollamento forzato e le donne invisibili

La disuguaglianza di genere ha un forte impatto sull’esperienza dello sfollamento di massa seguito alla guerra nel Libano meridionale. Tuttavia, la carenza di dati differenziati rischia di minare l’adeguatezza degli aiuti forniti e di rendere ancora più invisibile la condizione delle donne, che in condizioni di fuga dalla guerra sono invece notoriamente le più colpite dalla violenza e dalla fatica del ritrovarsi senza casa e con bambini o anziani a cui prestare cure.