Le sfide della transizione energetica e il futuro dell’economia

DIALOGHI SOPRA I MASSIMI SISTEMI DI IMPRESA / 5. È pensabile affrontare l’incommensurabile salto della riconversione energetica (che si preannuncia lunga e ad altissimi costi sociali) lasciando inalterati gli architravi sui quali poggia l’attuale modello neoliberista? Edoardo Garrone, presidente del Gruppo ERG, dal crinale del cambiamento, risponde al bastian contrario Pierfranco Pellizzetti.

Caro Presidente[1],

«Una rivoluzione verde richiederà cambiamenti deliberati e

consapevoli nei valori sociali: un reindirizzamento di tutta

l’economia, trasformando la produzione, la distribuzione e

il consumo in tutti i settori»[2].

Mariana Mazzucato

«Ritengo che per ogni periodo esista una diversa classe

di capitalisti […] Come se i capitalisti fino allora attivi

si scoprissero incapaci di adattarsi a condizioni rese

necessarie da esigenze fino allora sconosciute»[3].

Henri Pirenne

La sfida energetica

Come ti accennavo in una recente conversazione telefonica, uno degli obiettivi dei nostri dialoghi è quello di aggiornare l’analisi dei modelli di pensiero della business community, stilata un quarto di secolo fa dai sociologi della parigina École des hautes études en sciences sociales. Allora il risultato scaturito dalla ricerca era un modello di organizzazione d’impresa che si era rinnovato e rigenerato inglobando adattivamente elementi della critica libertaria del Sessantotto. E quel loro saggio – “Il nuovo spirito del capitalismo” – divenne rapidamente un classico della letteratura d’impresa del tempo. Anche se già allora ne criticavo la metodologia, che utilizzava come fonte la letteratura di management; attribuendo una discutibile patente di oggettività al ruolo consulenziale, per sua natura – come dire? – assai compiacente nei confronti della committenza. Un credito che tuo padre Riccardo spazzava via con una battuta fulminante: «se questi consulenti d’impresa sono così bravi, perché non se la fanno loro, l’impresa?».

Sia come sia, rispetto agli anni Novanta del secolo scorso, oggi riscontriamo almeno due novità negli stili di pensiero dei Top aziendali: un marcato orientamento alla transnazionalità, il riconoscimento di una prevalenza di ruolo nel business del cambiamento da parte dei fondi d’investimento.

Motivo per cui l’approccio metodologico che stiamo perseguendo è quello di evitare mediazioni da parte di terzi, attraverso il dialogo con interlocutori informati per diretta esperienza personale. Come nel tuo caso.

Per cui, non credo di esagerare in enfasi né di scadere nella piaggeria sottolineando come l’impresa che guidi, il Gruppo ERG, insieme al tuo nucleo parentale, si collochi in quella manciata di gates dell’odierna frontiera del Terzo Millennio, da cui si esplorano i nuovi territori del fare impresa. Infatti, negli ultimi tre lustri ERG ha portato a termine un processo di trasformazione, non solo unico nel settore quanto esemplare come percorso di cambiamento in generale. Non si parla di semplice restyling, bensì di una radicale mutazione nel DNA di un’azienda, nata nel 1938 per operare nel settore dei combustibili fossili; dal 2006 entrata in quello delle energie rinnovabili. Prima producendo da fonte eolica, poi solare, idroelettrica e termoelettrica, nel perseguire un modello di co…

Tutto il potere agli arraffatutto: la Costituzione tradita

La Costituzione italiana indica la strada del regionalismo come una possibile attuazione di politiche solidali, per garantire a tutti i cittadini il godimento dei diritti fondamentali. L’ipotesi di autonomia differenziata che oggi culmina con il DDL Calderoli ma è stata avviata dai governi di sinistra con la riforma del titolo V della Costituzione fonda invece un regionalismo competitivo e accaparratore, che rischia di disgregare interamente l’unità della Repubblica italiana e della sua cittadinanza.

Un attacco ad ampio raggio ai diritti di tutti

Dalla creazione di una scuola diseguale fino alla morte delle contrattazioni nazionali, che di fatto rinnegherebbero l’articolo 1 stesso della Costituzione, l’autonomia differenziata è un attacco ad ampio raggio ai diritti dei cittadini. Gli allarmi sono stati sollevati da più parti eppure la macchina si è messa in moto e bisogna capire come fermarla.

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Scuola: un “organo costituzionale” fatto a pezzi

La Costituzione promuove il pieno sviluppo della persona umana e la scuola riveste un compito fondamentale nel porne le basi. Ma qualora l’Autonomia differenziata diventasse realtà si creerebbe un sistema scolastico diverso in ogni Regione che configurerebbe cittadini di serie A e cittadini di serie B.