“I giorni del golpe di Pinochet e la mia salvezza in Italia”

L’11 settembre è uscito “Archivio desaparecido, un progetto del Centro di giornalismo permanente che ha ricostruito decine di biografie italiane fra quelle delle vittime delle sanguinarie dittature militari in America Latina. Repressione e persecuzione degli oppositori politici. Un genocidio delle idee e della democrazia. Una storia tragica che riguarda, da vicino, anche il nostro Paese: sono centinaia, infatti, le donne, gli uomini e i bambini di origine italiana che risultano desaparecidos in Sudamerica dagli anni ‘70 e molte di queste famiglie spezzate vivono in Italia, ancora in attesa di piena verità e giustizia. Molte altre, invece, sono oggi pienamente italiane dopo che nella prima metà degli anni ‘70 hanno trovato asilo politico nelle ambasciate italiane di Buenos Aires o di Santiago.
Il mosaico della disperazione. La testimonianza di David Munoz Gutierrez ne è un tassello. David è stato un militante e dirigente del Partito socialista cileno nella regione rurale di Temuco, dove si è occupato della sindacalizzazione dei contadini come funzionario della Unidad Popular. Attualmente, vive e lavora a Bologna, ma 38 anni fa, l’11 settembre del 1973, era lì, a 800 metri dalla storia. Durante il colpo di Stato ordito da Augusto Pinochet, era a Santiago del Cile. Ricercato dai golpisti nella sua regione, rimase nascosto in città per un mese prima di arrivare all’ambasciata italiana e rimanerci per quasi un anno prima di poter lasciare il Paese e raggiungere l’Italia.

Come inizia la sua storia di impegno politico?

Ho cominciato la mia attività politica più o meno a 14 anni, avevamo un candidato della sinistra cilena che girava tutto il Cile in un treno chiamato il Treno della Vittoria, si chiamava Salvador Allende e noi, anche i piccoli, andavamo alla stazione a vedere e sentire il suo discorso insieme ai grandi. Come studente io arrivai a fare il dirigente Provinciale degli studenti dei licei e poi presidente della mia scuola. Eravamo circa 400, è un comune piccolo, agricolo, e anche lì abbiamo fatto delle battaglie importanti per noi, per esempio conquistare la colazione per tutti: perché c’erano tanti ragazzi che venivano dalle campagne, conquistare il pranzo per tutti, anche quelli che venivano da luoghi lo…

La forza di van der Waals, in tutti i sensi

Esattamente un secolo fa moriva Johannes Diderik van der Waals. Premio Nobel per la fisica nel 1910, l’importanza del suo lavoro è testimoniata dalla frequenza con cui il suo nome appare nei manuali, che lo celebrano come padre della scienza molecolare.

La matematica è gioco, letteratura, politica

In occasione della giornata mondiale del Pi greco, pubblichiamo tre brevi saggi estratti dalla raccolta che compone l’ultimo libro dello studioso, ” Pillole matematiche. I numeri tra umanesimo e scienza” edito da Raffaello Cortina Editore.

Rosa Luxemburg fra rivoluzione e guerra

Pubblichiamo la seconda parte di un lungo saggio sul pensiero e il ruolo della rivoluzionaria polacca, figura unica nel movimento rivoluzionario internazionale del ‘900; il suo lascito ancora oggi rimane largamente al di qua del valore, teorico, politico e umano della persona. Qui l’autore esamina la sua posizione contro la guerra e la critica radicale che Rosa Luxemburg ebbe il coraggio di rivolgere a Lenin, riguardo allo svolgimento della rivoluzione russa e particolarmente allo strame della democrazia che ne stavano facendo i bolscevichi.