[…] L’inclusione della natura nella progettazione urbana e architettonica è in pieno fermento in tutto il mondo, dando vita a idee sempre più brillanti, ispirate all’ecologia, per integrare la natura nel tessuto urbano. Il processo può avvenire su scala macroscopica, quasi da megalomane, così come su quella microscopica, per opera di grandi tycoon dell’edilizia ma anche di minuscole start-up. A Manhattan, per esempio, il Lowline Lab è un progetto sperimentale sostenuto dal crowdfunding che punta a realizzare spazi verdi sotterranei in condizioni di scarsa luminosità. Lo scopo è convertire i 180 metri di gallerie abbandonate del Williamsburg Trolley Terminal, sotto Delancey Street, in spazi umidi simili a grotte dove muschi e felci possano prosperare in una sorta di parco sotterraneo. A Berlino invece una comunità locale sta lavorando alla conversione di un bunker colossale in cemento dell’epoca nazista in una “montagna verde” chiamata Hilldegarden.

Le nuove tendenze nella progettazione non si limitano a dare un impulso innovativo al lavoro degli architetti e dei designer, ma offrono molti altri vantaggi all’ambiente urbano. Per esempio, i tetti sono spazi vistosamente liberi in aree caratterizzate da una competizione accanita per lo spazio. Con le città che crescono e una disponibilità sempre più ridotta di zone pianeggianti a livello del terreno da destinare alla natura e all’agricoltura, perché non trasferire queste modalità di utilizzo degli spazi nelle città e, in particolare, sui tetti inutilizzati? Un vantaggio aggiuntivo delle costruzioni coperte da vegetazione è che tutto quel suolo umido, e le foglie nel loro complesso, contribuiscono a mantenere freschi gli edifici. La spesa per l’aria condizionata si riduce e l’isola di calore urbana viene parimenti mitigata. Inoltre le piante attutiscono il rumore e intrappolano lo smog. Nelle aree sismiche come il Giappone un pesante parco o giardino pensile sul tetto può perfino agire da contrappeso contribue…