MicroMega+, la presentazione del numero del 26 novembre

Con contributi di Carola Frediani, Matteo Flora, Guido Scorza, Marco d’Eramo, Sofia Belardinelli, Maurizio Franco, Valerio Nicolosi.

Redazione

Dal metaverso di Facebook, oggi Meta, al riconoscimento biometrico fino al “capitalismo della sorveglianza”. Apriamo questo nuovo numero di MicroMega+ con una lunga intervista di Daniele Nalbone a Carola Frediani, giornalista esperta di sicurezza digitale e autrice della newsletter “Guerre di rete”: “Verso la seconda rivoluzione digitale: il ruolo dei cittadini e l’assenza della politica”.

Il blocco del progetto di riconoscimento facciale da parte di Facebook ha riaperto il dibattito sui rischi delle tecnologie, ancora immature, che consentono di identificare una persona mediante i dati biometrici del volto. Ne discutono Matteo Flora, esperto di cybersecurity, e Guido Scorza, componente del Garante per la privacy: “Perché Facebook ha sospeso il programma di riconoscimento facciale”.

Dal 2009, quando fu creata la prima moneta completamente virtuale della storia, Bitcoin, alle 14.443 criptovalute di oggi. Come la diffusione incredibile di questo nuovo mezzo di pagamento – non garantito da nessuna autorità centrale e dunque un attacco insidioso all’idea stessa di stato – rischia di minarne il progetto politico. L’approfondimento di Marco d’Eramo: “Bitmagic. La politica delle criptovalute”.

Nonostante alcuni importanti accordi su deforestazione, neutralità climatica e riduzione delle emissioni di metano, la conferenza di Glasgow – come spiega Sofia Belardinelli (“Alla COP26 ha prevalso ancora una volta l’ingiustizia climatica”) – non ha affrontato le radici della crisi climatica, ignorando le ingiustizie sociali ed economiche a essa correlate.

Torna nelle librerie “La strada di Wigan Pier”, l’indagine che George Orwell realizzò nel 1936 sulle condizioni del proletariato inglese. Un documento di inestimabile importanza – come evidenzia Maurizio Franco (“La strada di Wigan Pier è lunga un secolo”) – nel rivelare come il capitalismo, allora come oggi, riproponga le stesse dinamiche di sfruttamento.

Negli ultimi anni la speculazione edilizia ha desertificato il quartiere San Lorenzo di Roma, facendo chiudere i luoghi che creavano cultura, sport e socialità e lasciando spazio a nuovi appartamenti di lusso e allo spaccio. L’inchiesta di Valerio Nicolosi: “Si scrive riqualificazione, si legge speculazione”.

Buona lettura!

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.