Berlusconi contro la democrazia

Prima di pensare alle nuove forme in cui possa strutturarsi il centro-sinistra, sarebbe necessario cambiare gli strateghi, e ripristinare la normalità con l’unico tribunale ‘speciale’ possibile: quello che possa giudicare Berlusconi, nonostante la legge sull’immunità prontamente firmata da Ciampi.

da MicroMega 4/2003 [Acquista il numero completo]

1. La libertà di opinione in Italia esiste solo in teoria. Nel senso che in teoria si è liberi di esprimere la propria opinione. Ma in pratica il vero problema è: dove? Berlusconi possiede la quasi totalità dell’informazione cartacea e la totalità dell’informazione televisiva. Con ciò, egli controlla tutti noi. Resterebbe solo la libera e pacifica manifestazione di piazza; ma se i media di Berlusconi si rifiutano di trasmetterla, oppure la falsificano, oppure la ridicolizzano, come è già avvenuto, sarà come se non ci fosse stata, per quanto imponente essa fosse. Si limiterà alla consapevolezza di due o tre milioni di cittadini, e in un paese di sessanta milioni è come una goccia nell’oceano, resta un romantico «tra noi». E non si dimentichi che Berlusconi, alla vigilia della più imponente manifestazione indetta dalla Cgil di Cofferati nel 2001, ha attribuito la responsabilità dell’assassinio del professor Marco Biagi proprio alla Cgil, e per proprietà transitiva ai tre milioni di cittadini che manifestavano pacificamente. In quel­l’occasione Berlusconi si impadronì della Rai e rivolse un messaggio alla nazione come se fosse il presidente della Repubblica. Il vero presidente, nel frattempo, si era recato in visita privata alla famiglia del professore assassinato. Questo l’ho già detto più volte. Non si devono dimenticare inoltre le parole di «disapprovazione» (chiamo così delle parole che mi sono suonate allarmanti) del ministro della Difesa all’indomani di una pacifica manifestazione. I ministri della Difesa dispongono di carri armati, e ciò fa la differenza.

L’Italia è semplicemente un paese «occupato» da una persona che ha concentrato un immenso potere nelle sue mani. Berlusconi ha preso il potere e farà di tutto per non lasciarlo più, perché ne va della sua sopravvivenza. Certo che la repubblica è in pericolo. Del resto lo è sempre stata, fin dalla nascita. È nata malata, basta leggere i resoconti della commissione Stragi. Con Berlusconi il cosiddetto «sommerso della repubblica» (la definizione è degli storici contemporanei) è semplicemente venuto a galla. E si è affermato.

2. Confesso di nutrire scarsa fiducia nelle forme in cui possa strutturarsi il centro-sinistra: la nuova strategia. Prima sarebbe necessario cambiare gli strateghi, perché è ovvio che qualsiasi strategia assomiglierà agli strateghi che la concepiscono. Ma abbiamo visto che gli «strateghi» non hanno assolutamente intenzione di lasciare le leve di manovra, neppure dopo le sconfitte più clamorose (il che è segno che hanno un concetto curioso del ricambio democratico). Temo che per aspettare un cambio dovremo attenderne la sparizione per raggiunti limiti di età vivibile; il che, se Dio me la manda buona, significa praticamente aspettare la mia, visto che siamo della stessa generazione, anno più anno meno.

E poi, l’attuale sinistra italiana, per avere un’identità che le manca, ha bisogno di Berlusconi. Come se il bianco, per definire se stesso, avesse bisogno di dire che non è nero. Quando per dire ciò che si è si dice che cosa non si è, significa che non si sa cosa si è. Non si può esistere in funzione…

La libertà accademica negata dal fanatismo filo-israeliano tedesco. Intervista a Nancy Fraser

A Nancy Fraser è stato impedito di tenere un ciclo di conferenze all’Università di Colonia. Sebbene il tema designato fosse il lavoro nella società capitalista, alla filosofa è stato proibito di parlare per aver firmato la dichiarazione “Philosophy for Palestine”. Una violazione della libertà accademica frutto di quello che Susan Neiman ha definito il “maccartismo filosemita” della Germania, Paese in cui ormai ogni voce critica nei confronti di Israele viene messa sistematicamente a tacere.

Nuova questione morale: la sinistra e il fantasma di Berlinguer

A sinistra si continua a citare Berlinguer e a sbandierare il tema della questione morale. Ma i recenti fatti che hanno travolto la giunta regionale di Michele Emiliano ci ricordano che nel sistema Italia il marcio è diffuso ovunque, a partire dalle realtà locali. Non si può risanare tutto il sistema politico nel suo complesso ma a sinistra ci si può impegnare partendo da casa propria, cercando di costruire un nuovo autentico soggetto progressista anziché puntare ai “campi larghi”.