MicroMega+, la presentazione del numero del 4 febbraio 2022

Con contributi di Nicoletta Dentico, Alessandro Somma, Sergio Cesaratto, Enrico Grazzini, Valerio Nicolosi, Mario Desiati.

Redazione

La crisi della politica, i movimenti della società civile e la necessità di superare trent’anni di neoliberismo sono i temi al centro dell’intervista di Daniele Nalbone – la sesta della serie “la politica che non c’è” – a Nicoletta Dentico, esperta di salute globale ed ex direttrice di Medici Senza Frontiere, che apre questo numero di MicroMega+: “Un cambio di civiltà contro l’idolatria liberista”.

A seguire dedichiamo tre interventi a un importante anniversario, il trentennale del Trattato di Maastricht, firmato il 7 febbraio del 1992. Secondo Alessandro Somma l’Unione Europea, nata per promuovere pace e prosperità, si è trasformata in un motore di conflitti e povertà incapace di riformarsi: “Trent’anni di Maastricht: sarebbe ora di cambiare rotta (ma non si può)”.

La flessibilità dei mercati e lo scioglimento dei lacci e lacciuoli sono stati gli strumenti giusti per la crescita economica dei Paesi europei? La risposta di Sergio Cesaratto (“Il triste anniversario di Maastricht”) è che il bilancio di tre decenni di Maastricht e dei suoi precetti liberisti non è commendevole. E dovrebbe far riflettere tutti, specie a sinistra.

A concludere il nostro focus su Maastricht è Enrico Grazzini (“Geopolitica e crisi del Covid, l’Europa al bivio”) secondo il quale la crisi dell’Ucraina, la guerra fredda tra USA e Cina e la crisi del Covid impongono la sostanziale cancellazione del Fiscal Compact e la revisione del Trattato di Maastricht. Perché o l’Unione Europea svolta o può disintegrarsi nello scontro tra le Superpotenze.

Sfruttati al limite della schiavitù e costretti a vivere in 6 o 7 dentro una tenda o una baracca senza elettricità né bagni. Il numero dei braccianti nella Piana di Gioia Tauro è in diminuzione ma le loro condizioni restano drammatiche. Il reportage di Valerio Nicolosi: “Rosarno: ancora ghetti, sfruttamento e miseria“.

“Le radici a un certo punto vanno tagliate, perché trattengono e non permettono di essere liberi”. Intervistato da Elettra de Salvo lo scrittore Mario Desiati ci parla del suo nuovo romanzo (“Spatriati”, Einaudi) e di letterature e vite, linguaggi e personaggi, inquietudini e ricerca di sé: “La libertà degli ‘spatriati’. Conversazione con Mario Desiati”.

Buona lettura!

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.