Mani Pulite. Una cronologia

Da MicroMega n. 1/2002 [Qui è possibile acquistare il numero completo]

Cronologia ragionata degli avvenimenti più importanti della stagione di Mani Pulite.

Come è finita (dieci anni dopo)

Risultato: 1.233 a 429 (e 448 pareggi). Nel tentare la missione impossibile di riassumere tutto l’essenziale di dieci anni di indagini su Tangentopoli, neologismo giornalistico (nato per scherzo da Paperopoli) che riassume l’inchiesta giudiziaria più importante e controversa della storia d’Italia, forse conviene armarsi di santa pazienza e cominciare a ragionare sulle cifre: quanti colpevoli sono stati condannati? E quanti innocenti sono stati assolti? La procura di Milano tiene una statistica completa (ultimo aggiornamento disponibile: 15 gennaio 2002) delle indagini del pool in senso stretto. Cioè dei reati di «Tangentopoli» (corruzione, concussione…

Israele, la memoria dell’Olocausto usata come arma

La memoria dell’Olocausto, una delle più grandi tragedie dell’umanità, viene spesso strumentalizzata da Israele (e non solo) per garantirsi una sorta di immunità, anche in presenza di violenze atroci come quelle commesse a Gaza nelle ultime settimane. In questo dialogo studiosi dell’Olocausto discutono di come la sua memoria venga impiegata per fini distorti, funzionali alle politiche degli Stati, innanzitutto di quello ebraico. Quattro studiosi ne discutono in un intenso dialogo.

Libano, lo sfollamento forzato e le donne invisibili

La disuguaglianza di genere ha un forte impatto sull’esperienza dello sfollamento di massa seguito alla guerra nel Libano meridionale. Tuttavia, la carenza di dati differenziati rischia di minare l’adeguatezza degli aiuti forniti e di rendere ancora più invisibile la condizione delle donne, che in condizioni di fuga dalla guerra sono invece notoriamente le più colpite dalla violenza e dalla fatica del ritrovarsi senza casa e con bambini o anziani a cui prestare cure.

Come il fascismo governava le donne

L’approccio del fascismo alle donne era bivalente: da un lato mirava a riportare la donna alla sua missione “naturale” di madre e di perno della famiglia, a una visione del tutto patriarcale; ma dall’altro era inteso a “nazionalizzare” le donne, a farne una forza moderna, consapevole della propria missione nell’ambito dello Stato etico; e perciò a dar loro un ruolo e una dimensione pubblica, sempre a rischio di entrare in conflitto con la dimensione domestica tradizionale. Il regime mise molto impegno nel disinnescare in tutti i modi questo potenziale conflitto, colpendo soprattutto il lavoro femminile. Ne parla un libro importante di Victoria de Grazia.