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Presentazione di Jean Starobinski e Charles Wirz
Jean-Jacques, o dell’incompatibilità tra solitudine e morale
Questo che presentiamo è un testo dimenticato (1). Esso è stato pubblicato nel 1861 da Georges Streckeisen-Moultou (2) nella raccolta di Oeuvres et correspondance inédites de J.-J. Rousseau (M. Lévy frères, Paris 1861, pp. 133-141, d’ora in avanti citato come SM) dove compare come il primo di una serie di quattro testi intitolati Lettres sur la vertu et le bonheur (titolo dell’editore). Le tre lettere che gli fanno seguito corrispondono ai numeri 2, 3 e 4 delle sei Lettres morales (3) (destinate a Madame d’Houdetot). Di fatto, il testo singolo qui pubblicato e il cui destinatario sembra di sesso maschile, non ha un legame organico con il gruppo delle sei lettere di direzione spirituale che Rousseau s’impegnò a scrivere per la sua amica tra l’autunno 1757 e l’inizio del 1758. È dunque a buon diritto che questa «lettera sulla virtù» non vi è stata inclusa (4).
Ma è stata tenuta comunque in disparte. Il nostro testo è stato omesso dagli editori recenti della corrispondenza e delle opere di Rousseau. Sta di fatto che non lo troviamo in nessuna delle due edizioni della Correspondance. Non è stato preso in considerazione tra le Lettres philosophiques pubblicate da Henri Gouhier (J. Vrin, Paris 1974). Charles E. Vaughan non lo aveva incluso nella sua raccolta di Political Writings (Cambridge University Press, Cambridge 1915) della quale avrebbe meritato di far parte. Né fino a oggi questo testo è stato inserito nell’edizione delle Oeuvres complètes pubblicate nella Bibliothèque de la Pléiade (Gallimard, Paris 1959-1995, 5 voll.). Quel che ci impegna a presentare qui questo documento di primaria importanza non è soltanto la necessità di renderlo maggiormente accessibile, ma la possibilità che oggi abbiamo di offrirne un’edizione critica e di stabilire un testo migliorato rispetto a quello che si legge nella raccolta di Georges Streckeisen-Moultou.
Il manoscritto principale di questo testo appartiene, a partire dal 1882, alla Bibliothèque publique et universitaire di Ginevra (Ms. fr. 228). Lo ha descritto Théophile Dufour nelle sue «Pages inédites de Jean-Jacques Rousseau», nel tomo I delle Annales de la Société Jean-Jacques Rousseau (Genève 1905, n. 9, pp. 181-182). Il foglio iniziale di questa lettera (fino a: «on l’aime aussitôt qu’on la», infra, p. 12) e il foglio finale (a partire da: «d’autre sécurité», infra, p. 22) sono in minuta autografa e formano i fogli 7 recto e 22 recto del Ms. fr. 228. Essi sono accompagnati da una copia integrale del documento, che occupa i fogli 8 recto-15 recto (il verso è sempre bianco, così come nei fogli 16-21). Questa copia è di mano di Paul Moultou. I fogli autografi intermedi, come supponeva Théophile Dufour, potevano essere «finiti a parenti o ad amici, a collezionisti di autografi». Egli sperava che un giorno si sarebbero ritrovati. Ciò effettivamente avvenne per due fogl…