L’equivoco della libertà di opinione

La libertà di coscienza e di opinione è un pilastro delle società democratiche. Ma questo non significa che lo Stato debba essere indifferente rispetto alle credenze e alle visioni del mondo dei propri cittadini.

La libertà di coscienza e di opinione è un pilastro delle società democratiche. Questo sacrosanto principio ha però condotto nel tempo alla diffusa convinzione che in un regime democratico liberale lo Stato debba essere indifferente rispetto alle credenze e alle visioni del mondo dei propri cittadini e che quello che serve per tenere insieme la società è un consenso solo formale sulle procedure della democrazia e non anche uno sostanziale attorno a precisi valori e visioni del mondo. La pandemia ha mostrato però in maniera lampante non solo che le opinioni non sono tutte uguali ma, ancora più radicalmente, che una società democratica ha un preciso interesse nella promozione di determinate visioni del mondo – democratiche, scientifiche, razionali – e un corrispondente specifico interesse alla repressione di altre visioni del mondo – antidemocratiche, superstiziose, irrazionali. E questo non vale solo rispetto alle questioni relative alla salute, ma va molto oltre riguardando l’intero spettro delle credenze (politiche, religiose, filosofiche) dei cittadini, nei confronti delle quali una società democratica non può rimanere indifferente.

A differenza di Jürgen Habermas, il quale ritiene che “in società complesse la cittadinanza non può essere tenuta insieme da un consenso sostantivo su valori ma solo da un consenso sulle procedure per una attuazione legittima delle leggi e per l’esercizio legittimo del potere”[1], in quel che segue sosterrò che, al contrario, è proprio nelle società complesse che un consenso su un nucleo di valori sostanziali e universali condivisi è assolutamente necessario.

***

Innanzitutto, qualche preliminare chiarimento concettuale, partendo dalla nozione di “universale”. Per “universale” qui intendiamo, con Kant, il prodotto della ragione pratica (ossia quella facoltà di porsi degli obiettivi e di agire in base a essi) che è accessibile a tutti, indipendente dal luogo, dal tempo e da qualsiasi esperienza. “Indipendente dall’esperienza” non significa non avere niente a che vedere con l’esperienza, ma solo non essere

La forza di van der Waals, in tutti i sensi

Esattamente un secolo fa moriva Johannes Diderik van der Waals. Premio Nobel per la fisica nel 1910, l’importanza del suo lavoro è testimoniata dalla frequenza con cui il suo nome appare nei manuali, che lo celebrano come padre della scienza molecolare.

La matematica è gioco, letteratura, politica

In occasione della giornata mondiale del Pi greco, pubblichiamo tre brevi saggi estratti dalla raccolta che compone l’ultimo libro dello studioso, ” Pillole matematiche. I numeri tra umanesimo e scienza” edito da Raffaello Cortina Editore.

Rosa Luxemburg fra rivoluzione e guerra

Pubblichiamo la seconda parte di un lungo saggio sul pensiero e il ruolo della rivoluzionaria polacca, figura unica nel movimento rivoluzionario internazionale del ‘900; il suo lascito ancora oggi rimane largamente al di qua del valore, teorico, politico e umano della persona. Qui l’autore esamina la sua posizione contro la guerra e la critica radicale che Rosa Luxemburg ebbe il coraggio di rivolgere a Lenin, riguardo allo svolgimento della rivoluzione russa e particolarmente allo strame della democrazia che ne stavano facendo i bolscevichi.