Tanti auguri Eva Kant!

Dagli anni Sessanta a oggi, da quando le sorelle Giussani crearono i personaggi fuori dagli schemi di Diabolik ed Eva Kant, il mercato del fumetto è cambiato moltissimo sia in termini di rappresentazione delle donne che di loro partecipazione come autrici e lettrici. Intervista alla fumettista e illustratrice Rita Petruccioli.

Sono passati sessant’anni dall’uscita del primo numero di Diabolik, il fumetto creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Cogliamo l’occasione di questo anniversario per una conversazione con la fumettista e illustratrice Rita Petruccioli.

Diabolik compie sessant’anni. I due protagonisti (il ladro Diabolik e la compagna Eva Kant) quale impatto hanno avuto sull’immaginario dell’epoca? E secondo te quanto ha giocato nella loro caratterizzazione che a crearlo siano state due donne, le sorelle Angela e Luciana Giussani?

Premesso che non sono una grande esperta del fumetto in questione, credo che sia Diabolik sia Eva Kant siano due personaggi abbastanza fuori dalle righe per l’epoca, soprattutto se pensiamo al panorama fumettistico italiano del tempo, dominato per lo più dal western, da storie di guerra, o supereroi d’importazione con protagonisti maschili, mascherati e non, e coprotagonisti altri personaggi maschili. Penso a Tex e ai suoi compagni d’avventura, come Kit Carson, o a Il grande Blek dove i personaggi femminili scarseggiano proprio. Eva Kant è invece una donna fascinosa e indipendente che anziché rivestire un ruolo subalterno al protagonista – come moglie o fidanzata che compare, scompare o è in pericolo a seconda del bisogno dell’avventura del personaggio maschile – è a tutti gli effetti una complice e una coprotagonista amatissima dal pubblico. Inoltre va sottolineato che sin dagli inizi Diabolik ed Eva Kant hanno una relazione non matrimoniale, non sono sposati, e se oggi ciò ci sembra normale, non lo era 60 anni fa (un elemento che si aggiunse alle molte critiche e richieste di censura per via dell’immoralità della serie). Erano una coppia, e lei una personaggia, assolutamente avanti rispetto ai tempi.

Il fatto che siano state due donne a crearla ha sicuramente giocato un ruolo. Io sono fermamente convinta che lo spessore che le donne danno ai personaggi femminili sia diverso. Non sono dell’idea che i personaggi femminili debbano per forza essere scritti da donne, anzi, ma penso che il fatto che siano state due donne ad aver creato le storie di Diabolik abbia fatto sì che entrambi i personaggi rompessero dei canoni della narrazione fumettistica e della rappresentazione dei generi. Non è un caso, infatti, che per il personaggio di Diabolik Angela Giussani si sia ispirata a un feuilleton francese e non a un eroe del cinema americano. Il risultato è un antieroe con un modello di mascolinità più complesso e una fisicità atletica ma non forzuta. Non c’è quindi da stupirsi se una volta riformulato il modello maschile, Eva, inizialmente ispirata a Grace Kelly, guadagni un campo d’azione più ampio.

Dal primo numero di Diabolik com’è cambiata in termini generali la rapprese…

Lech Wałęsa, 80 anni in tono minore nella Polonia autoritaria

Il 29 settembre l’ex leader di Solidarność compie 80 anni. Un evento importante per l’uomo che più di ogni altro ha fatto la storia della Polonia nella seconda metà del Novecento, che però non godrà di alcuna celebrazione pubblica. Per Wałęsa, uomo di compromessi, non c’è infatti posto nell’attuale Polonia di Kaczyński, populista e autoritaria.

Carlo Rosselli e le sue teorie economiche

Carlo Rosselli è conosciuto soprattutto per la sua filosofia politica e la sua attività antifascista. In questa sede ci vogliamo però strettamente concentrare sul suo pensiero economico, inizialmente influenzato dal suo maestro Gaetano Salvemini, da cui comunque si saprà discostare. Nel pensiero economico di Rosselli grande rilevanza è assunta dal ruolo dei sindacati e da quello degli operai, chiamati a diventare compartecipi delle decisioni in ambito produttivo.

Biennale Musica, intervista alla direttrice Lucia Ronchetti

Dal 16 al 29 ottobre si svolge “Micro-Music”, titolo del 67° Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto da Lucia Ronchetti, compositrice di fama internazionale. Oltre a essere un personaggio peculiare e interessante di per sé, Ronchetti è la prima donna a dirigere in assoluto un festival di tale importanza e questa circostanza offre diversi spunti di riflessione che includono sì la presentazione dell’imminente rassegna ma che si spingono anche molto al di là di essa.