L’istruzione e l’ingannevole seduzione del merito

Il principio del merito risulta plausibile solo se guardato da lontano, all’ingrosso, senza analizzare i suoi aspetti e le sue implicazioni. Esaminandolo da vicino, analiticamente, sorgono grossi dubbi sulla sua legittimità nel campo scolastico.

Il Ministero dell’Istruzione è stato ribattezzato dal Governo Meloni aggiungendo: “e del Merito”. Questa nuova denominazione sembra rivestire un significato programmatico, e richiede perciò qualche pacata riflessione.

Il concetto di merito appare legato al possesso di requisiti o al compimento di opere che danno titolo a un riconoscimento o a una ricompensa (materiale o simbolica che sia). In particolare, quello dell’opera compiuta (o della prestazione fornita) risulta il criterio predominante nel discorso comune. Difatti, meritarsi qualcosa ed essersela guadagnata sono espressioni sinonimiche (e anche l’etimologia di “merito” rinvia all’essersi “guadagnata” una cosa). Sembra, quindi, che il principio del merito catturi una nostra intuizione fondamentale nel campo della giustizia retributiva: ognuno deve ottenere quello che ha meritato, né di più né di meno. Inoltre, è diffusa l’opinione secondo cui l’applicazione del principio meritocratico all’intera vita sociale garantirebbe un sistema sociale efficiente (questa visione tende a trascurare la questione dei diritti, ma per il momento non entrerò in questo). Se le cose stanno in questo modo, non si vede perché questo criterio non dovrebbe valere anche per il campo dell’istruzione. Grazie alla competizione meritocratica, si avrebbe infatti una scuola giusta e di qualità. Tutto bene, dunque? Solo se si guarda la cosa in lontananza, avvolta in una foschia che ne confonde i particolari.

In realtà, per quanto riguarda il campo della scuola, quella del merito rappresenta una seduzione alcinesca (per riprendere una celebre espressione di Croce, nella Prefazione a Materialismo storico ed economia marxistica, dell’edizione del 1917). Come è noto, Alcina era una vecchia maga brutta e sdentata, che da lontano appariva però in sembianze di leggiadra fanciulla. Il principio del merito risulta plausibile solo se guardato da lontano, all’ingrosso, senza analizzare i suoi aspetti e le sue implicazioni. Ma se esaminato da vicino, analiticamente, rivela la sua problematicità e fa sorgere grossi dubbi sulla sua legittimità nel campo scolastico.

Individuo o famiglia?
In primo luogo, è in realtà difficile dare una definizione precisa del merito. Sopra si diceva che tale concetto appare legato al possesso di determinati requisiti (o al compimento di certe prestazioni). Fra tali requisiti si è soliti indicare le capacità dall’individuo. Ma a scuola in che se…

Copertina del libro Sette silenzi di Elettra Santori, Rubbettino Editore

Tacere e mettere a tacere: “Sette silenzi” di Elettra Santori

Pubblichiamo uno dei racconti che compongono la raccolta “Sette silenzi” di Elettra Santori, sociologa e nostra autrice, in libreria per Rubbettino Editore. Sette racconti, sette modi di tacere (per strategia, per orgoglio, per disprezzo verso gli altri) o di mettere a tacere (il senso critico, la coscienza, il lavorio usurante del cervello che rimugina).

Il Padrino: 50 anni dopo gli Oscar la leggenda continua

Esattamente 50 anni fa Il Padrino vinceva gli Oscar per miglior film, miglior attore protagonista (Marlon Brando) e miglior sceneggiatura. Il capolavoro di Francis Ford Coppola si proiettava in una dimensione leggendaria che perdura ancora oggi.