Raúl Zibechi: le ombre del progressismo di Stato in America Latina

Tra gli intellettuali latinoamericani, lo scrittore, giornalista e attivista uruguayano Raúl Zibechi è forse il più critico nei confronti dei governi progressisti. In questa intervista, individua la via di una vera trasformazione sociale non nella lotta elettorale per la conquista dello Stato, ma nella capacità di mobilitazione dei settori indigeni, neri e popolari, nelle esperienze di democrazia dal basso al di fuori del sistema oggi ostacolate proprio dal progressismo statalizzato.

Senza non vuol dire meno: viaggio nei buchi cerebrali

Credete si possa vivere senza una parte consistente del proprio cervello? E se sì, che vita immaginate? Nella maggior parte dei casi le lesioni cerebrali hanno delle conseguenze, a volte anche molto gravi. Ma alcune persone arrivano all’età adulta senza presentare alcun sintomo e scoprono solo per caso che una parte della loro testa è letteralmente… vuota. Evelina Fedorenko del Massachusetts Institute of Technology (MIT), studia proprio questi rari individui, per scoprire come il loro cervello sia stato in grado di adattarsi alla lesione per svolgere normalmente tutte le sue funzioni.

La Cina di Xi Jinping: in rotta con la società e con il resto del mondo

Il Covid-19, spiega lo studioso sinologo Orville Schell in questa intervista esclusiva a Irena Grudzińska Gross, ha permesso a Xi Jinping di sviluppare un sistema di sorveglianza mai visto prima nella storia. Questo nuovo meccanismo di controllo statale sopravviverà alla pandemia. Ma così facendo Xi si è davvero inimicato la società.

”La guerra importuna il formicaio della parola”

”Le cose però hanno bisogno proprio di questo, di essere chiamate con il loro nome. Che i crimini siano chiamati crimini. Che la libertà sia chiamata libertà. Che l’infamia sia chiamata infamia.” ”La parola prevarrà” è il discorso di ringraziamento dello scrittore ucraino Serhij Žadan per il Premio internazionale per la pace degli editori tedeschi 2022.

Divertimento imperativo fra le rovine della contemporaneità

In questi ultimi due anni sono accaduti davanti ai nostri occhi fatti che stimolano una riflessione nelle menti più avvertite. Un numero allarmante di persone ha preferito sfidare il virus pur di non rinunciare a riunirsi per l’aperitivo o per ballare, in una sorta di culto sfrontato della folla e dello sballo proprio quando ciò rappresentava un pericolo per la stessa vita. Quali sono le ragioni di un simile modo di agire? L’antropologo Raffaele Simone si pone l’interrogativo nel suo ultimo saggio ”Divertimento con rovine”.

Le sette, la libertà religiosa e l’avvelenamento dei pozzi

Gli esponenti della società laica che osteggiano l’operato dei culti sono sempre più nel mirino: etichettati come fuori dalla scienza, illiberali o addirittura complici di dispotismi. L’obiettivo è minarne la credibilità per destituire di fondamento qualsiasi cosa dica il “movimento antisette”.