Genio e ingratitudine: luci e ombre di Louis Pasteur

Come la gran parte degli scienziati, anche Pasteur è salito “sulle spalle dei giganti”, beneficiando del lavoro di coloro che lo avevano preceduto. A differenza della gran parte degli scienziati, tuttavia, Pasteur fece di tutto per costruire un’immagine di sé nella quale non vi era posto per la gratitudine verso i suoi precursori.
Louis Pasteur

La scienza è, solitamente, un’opera collettiva, frutto del lavoro cumulativo di un gran numero di scienziati e ricercatori che con le proprie scoperte contribuiscono al lento rischiaramento delle zone d’ombra della conoscenza. In alcuni casi, invece, singoli scienziati realizzano grandi progressi, proponendo teorie innovative o rivoluzionando intere discipline. È il caso, tra molti, del più noto scienziato di nazionalità francese, di cui il 27 dicembre 2022 si celebra il duecentesimo compleanno: il microbiologo Louis Pasteur.

Il suo nome e i suoi contributi alla chimica, alla microbiologia e all’infettivologia sono universalmente noti. È stato lo scopritore della chiralità molecolare, dell’esistenza dei batteri anaerobici, e di batteri patogeni di grande rilevanza medica come lo Staphylococcus aureus e lo Streptococcus pneumoniae.

I suoi studi hanno avuto una rilevanza primaria tanto in ambito teorico quanto in campo industriale. Pasteur fu il primo a brevettare un procedimento scientifico per la fermentazione alcolica, fondamentale per la produzione di birra e vino, dopo aver compreso che all’origine di tale processo non vi sono enzimi inanimati, ma i processi vitali di minuscoli esseri viventi, i batteri. Fu anche il primo a mettere a punto metodi all’avanguardia per la preservazione del vino e della birra (il processo di pastorizzazione, che infatti prende il suo nome), poi largamente applicati anche nella produzione industriale di latte.

Le sue ricerche hanno reso possibili grandi avanzamenti anche in ambito medico: basandosi sui propri studi sui microrganismi e forte dell’esperienza di Edward Jenner, il medico scozzese che, attraverso una serie di tentativi ed esperimenti condotti alla fine del XVIII secolo, aveva scoperto il vaccino contro il vaiolo, Pasteur e il suo gruppo di ricerca elaborarono e brevettarono i primi vaccini contro malattie come l’antrace, il colera, la rabbia.

La sua fama, costruita nell’arco di decenni di attività nel campo della ricerca microbiologica, garantì a Pasteur un grande consenso pubblico e un durevole successo scientifico ed economico. In seguito ai successi delle campagne vaccinali, l’opinione pubblica lo elevò al rango di genio, di eroe. I suoi traguardi portarono, infine, alla fondazione dell’Istituto Pasteur, inaugurato a Parigi ne…

Eugène Ionesco e la nostra buffa esistenza

Il 28 marzo 1994 moriva il grande drammaturgo rumeno Eugène Ionesco. Ricordarne la figura e il teatro significa riscoprire il fascino per la sua oscurità buffa, che ci mette di fronte alle nostre esistenze, strabilianti e atroci al tempo stesso, ridicole e tragiche, in cui non c’è la luce di un Dio infinito ad illuminare la via, non c’è speranza o fede ma solo la ricerca del senso in questo costante non senso.

Il Brasile di Lula a sessant’anni dal golpe militare

Nel sessantesimo anniversario del golpe militare in Brasile che inaugurò una lunga dittatura, hanno suscitato indignazione e polemiche le parole dell’attuale Presidente Lula che ha dichiarato di non voler “rivangare il passato”. Una posizione respinta con sdegno dai parenti delle vittime della dittatura: “ripudiare con veemenza il golpe del 1964 è un modo per riaffermare l’impegno a punire i colpi di Stato anche del presente e scongiurare eventuali tentativi futuri”.