Armi italiane per Erdoğan

La potenza militare che la Turchia minaccia di continuo di dispiegare contro la Siria e l’Iraq del nord è tale anche grazie all’export bellico italiano. La Turchia è una delle principali destinazioni delle esportazioni militari dell’Italia, soprattutto nel campo del munizionamento pesante. Nel periodo 2018-2020, secondo i report dell’Unione Europea, l’Italia è stato il paese che ha esportato il maggior numero di bombe, siluri, razzi e missili in Turchia. E anche le armi a uso non bellico rischiano di essere usate per scopi tutt'altro che sportivi, come indica il recente caso dei proiettili italiani in Iran.
Armi italiane per Erdoğan

Con l’avvicinarsi delle elezioni previste per giugno, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan continua a minacciare una nuova invasione della Siria del nord e del nord-est ai danni dell’Amministrazione autonoma del Rojava. Gli incontri tenutisi a fine dicembre tra i funzionari dell’intelligence e della difesa del governo turco e di quello siriano del presidente Bashar al Assad hanno riportato al centro dell’attenzione la possibilità che gli avvertimenti di Erdoğan diventino effettivamente realtà, nonostante le proteste degli Stati Uniti.

Durante il faccia a faccia a Mosca infatti è stata anche discussa la possibilità che le due parti agiscano insieme per “combattere tutte le organizzazioni estremiste [presenti] in Siria”, facendo così riferimento non solo alla galassia jihadista ma anche a quella curda. Quest’ultima è da sempre percepita come un pericolo dal presidente turco e lo stesso Assad ha tutto l’interesse nel vedere schiacciato l’esperimento democratico e rivoluzionario del Rojava e nel riprendere possesso di una parte della Siria.

Tuttavia, nonostante questo importante passo avanti, le relazioni tra Ankara e Damasco non sono ancora state del tutto ripristinate e il desiderio di Erdoğan di lanciare una nuova operazione di terra contro la Siria del nord-est dovrebbe fare i conti anche con l’opinione pubblica interna, la cui preoccupazione primaria resta il superamento della crisi economica. Al momento è dunque improbabile che la Turchia invada nuovamente il Rojava, ma il progetto di una nuova operazione in Siria, con o senza il beneplacito di Russia e Stati Uniti, è ancora sul tavolo.

Considerando gli equilibri geopolitici del Medio Oriente la questione sembrerebbe non interessare direttamente l’Italia; le cose in realtà stanno diversamente. La potenza militare che la Turchia è in grado di dispiegare contro la Siria e l’Iraq del nord è tale anche grazie a…

La forza di van der Waals, in tutti i sensi

Esattamente un secolo fa moriva Johannes Diderik van der Waals. Premio Nobel per la fisica nel 1910, l’importanza del suo lavoro è testimoniata dalla frequenza con cui il suo nome appare nei manuali, che lo celebrano come padre della scienza molecolare.

La matematica è gioco, letteratura, politica

In occasione della giornata mondiale del Pi greco, pubblichiamo tre brevi saggi estratti dalla raccolta che compone l’ultimo libro dello studioso, ” Pillole matematiche. I numeri tra umanesimo e scienza” edito da Raffaello Cortina Editore.

Rosa Luxemburg fra rivoluzione e guerra

Pubblichiamo la seconda parte di un lungo saggio sul pensiero e il ruolo della rivoluzionaria polacca, figura unica nel movimento rivoluzionario internazionale del ‘900; il suo lascito ancora oggi rimane largamente al di qua del valore, teorico, politico e umano della persona. Qui l’autore esamina la sua posizione contro la guerra e la critica radicale che Rosa Luxemburg ebbe il coraggio di rivolgere a Lenin, riguardo allo svolgimento della rivoluzione russa e particolarmente allo strame della democrazia che ne stavano facendo i bolscevichi.