Mentre Israele scivola nel totalitarismo, l’apartheid contro i palestinesi è sempre più feroce

Per la prima volta in tanti anni in Israele decine di migliaia di cittadini, sia di appartenenza ebraica sia arabo-israeliani, sono scesi in piazza per protestare contro il governo di Nethanyahu. E mentre il Paese scivola nel totalitarismo, l'apartheid contro i palestinesi si fa sempre più feroce.
apartheid contro i palestinesi

Nella rinnovata attenzione che negli ultimi giorni i mass media hanno riservato all’attentato terroristico a Gerusalemme rivendicato dalla Jihad islamica – i funerali delle vittime sono stati trasmessi in diretta sulla TV pubblica italiana – e agli attacchi dell’esercito israeliano a Jenin, nel territorio della Cisgiordania, la maggior parte dei cronisti ha mancato di riferire che questa ripresa delle ostilità belliciste avviene in un momento inedito per la società e per la politica israeliana: durante il mese di gennaio 2023, infatti, per la prima volta in tanti anni in Israele decine di migliaia di cittadini, sia di appartenenza ebraica sia arabo-israeliani, sono scesi in piazza per protestare contro il governo di Nethanyahu e, in misura minore, per denunciare l’apartheid contro i palestinesi.

Un governo di estrema destra e un Paese che scivola nel totalitarismo
Nel corso di due settimane le persone hanno riempito le piazze a Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e in altri centri contro quello che è stato definito “il governo più di destra della storia d’Israele” e in particolare contro la riforma della giustizia intentata dal ministro Yariv Levin e fortemente appoggiata dal capo del Governo, oltre che dai suoi alleati. Se dovesse andare in porto, conferirebbe al Parlamento un aumentato potere di nominare e rimuovere giudici, e l’inedita possibilità di bloccare le decisioni dei giudici della Corte Suprema, sottomettendo in questo modo lo svolgimento del potere giudiziario alla volontà della maggioranza politica. Laddove oggi è invece la Corte Suprema che svolge funzione di garanzia rispetto all’eventualità che leggi proposte dalla maggioranza politica siano in contrasto con altr…

La libertà accademica negata dal fanatismo filo-israeliano tedesco. Intervista a Nancy Fraser

A Nancy Fraser è stato impedito di tenere un ciclo di conferenze all’Università di Colonia. Sebbene il tema designato fosse il lavoro nella società capitalista, alla filosofa è stato proibito di parlare per aver firmato la dichiarazione “Philosophy for Palestine”. Una violazione della libertà accademica frutto di quello che Susan Neiman ha definito il “maccartismo filosemita” della Germania, Paese in cui ormai ogni voce critica nei confronti di Israele viene messa sistematicamente a tacere.

Nuova questione morale: la sinistra e il fantasma di Berlinguer

A sinistra si continua a citare Berlinguer e a sbandierare il tema della questione morale. Ma i recenti fatti che hanno travolto la giunta regionale di Michele Emiliano ci ricordano che nel sistema Italia il marcio è diffuso ovunque, a partire dalle realtà locali. Non si può risanare tutto il sistema politico nel suo complesso ma a sinistra ci si può impegnare partendo da casa propria, cercando di costruire un nuovo autentico soggetto progressista anziché puntare ai “campi larghi”.