MicroMega+, il numero del 17 febbraio 2023

Su MicroMega+ di questa settimana trovi i contributi di: Mariasole Garacci, Ferruccio Sansa, Gianni Barbacetto, Francesco Suman, Edoardo Lombardi Vallauri, Franco Moretti.

Redazione

Ecco di cosa ci occupiamo su MicroMega+ questa settimana.

Il 17 febbraio 2003 fu rapito a Milano dalla CIA l’imam Hassan Mustafa Osama Nasr, anche detto Abu Omar. L’indagine sulla sua vicenda aprì il vaso di Pandora del cosiddetto fenomeno dei voli sporchi: iniziati, pare, già ai tempi della presidenza democratica di Bill Clinton, avevano preso definitivamente piede con George W. Bush sbarcando anche nel cuore dell’Europa. Vent’anni dopo, ricostruiamo questa pagina di storia grazie al ricordo di Ferruccio Sansa, che dalle pagine di Repubblica la raccontò per primo insieme a Giuseppe D’Avanzo e a Carlo Bonini.

Silvio Berlusconi “torna periodicamente sulla scena pubblica italiana, dopo cicliche fasi di oblio […] E ogni volta il suo passato è dimenticato, la memoria sulle puntate precedenti azzerata”, scrive il giornalista Gianni Barbacetto nell’introduzione al suo ultimo libro “Una storia italiana“. Pubblichiamo in esclusiva un importante capitolo del libro, “Un milanese a Roma“, in cui si racconta il rapporto di Silvio Berlusconi con la politica, il ruolo dei media e il modo in cui si è sempre giostrato fra i centri di potere, rappresentando un centro di potere egli stesso.

Un anno fa veniva modificato, per la prima volta nella storia italiana, il testo di uno dei principi fondamentali della Costituzione, l’articolo 9 sulla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. È solo l’ultimo episodio – racconta Mariasole Garacci –, non privo di contraddizioni, di una secolare battaglia per la protezione di un patrimonio che unisce cultura e ambiente.

E rimanendo sul rapporto fra politica e ambiente, sarebbe bello che il Piano Borghi previsto dal PNRR, scrive Edoardo Lombardi Vallauri, servisse a far stare meglio gli abitanti dei luoghi oggi sempre più disabitati, senza trasformarli in parchi-gioco per turisti. Ma la quantità dei soldi, le imprese già annunciate e l’invariabile esperienza del passato obbligano a essere pessimisti.

Nel complesso, in questo tempo tutti avvertiamo il peso delle sfide ecosistemiche e del cambiamento climatico, le guerre, le pandemie, le ingiustizie ad ampio raggio. Sembrano sopraffarci, ed è perché “Viviamo il tempo della policrisi globale”, scrive Francesco Suman. Gli scienziati hanno definito con questo termine il fenomeno di tante crisi che si presentano insieme per via di una serie di relazioni causali, oggi sottostimate. Occorre invece studiare tali relazioni, ripensare le strutture amministrative che le dovrebbero gestire e prepararci ad affrontare il nostro tempo.

Chiudiamo questo numero con un omaggio alla memoria di Alberto Asor Rosa, pubblicando l’intervento di Franco Moretti, docente e critico letterario, tenuto in Campidoglio a Roma durante la giornata di ricordo organizzata dall’assessore alla cultura Miguel Gotor, il 1° febbraio scorso.

È tutto per questa settimana. Grazie e buona lettura dalla redazione.

Il maschilismo dei dati

La gran parte delle decisioni negli ambiti più disparati oggi viene presa a partire dai dati. Dati che però nella stragrande maggioranza riguardano solo ed esclusivamente gli uomini.

Le radici biologiche del linguaggio umano

Studiare da un punto di vista evolutivo il linguaggio umano è un’operazione estremamente complessa poiché, a differenza di altri tratti biologici, dipende da strumenti nervosi e anatomici che non fossilizzano e non lasciano tracce. Ma lo studio del canto degli uccelli ci fornisce un prezioso strumento comparativo per perseguire tale scopo.

La crisi della sinistra e il problema della proprietà

Abbandonando il tema del lavoro appiattendosi su posizioni monetariste, la sinistra ha rinunciato anche ad affrontare propriamente il tema della proprietà. Riguardo quella pubblica, per allontanarsi dal nazionalismo comunista sovietico, ha osteggiato ogni forma di demanializzazione e nazionalizzazione dei beni e delle produzioni, favorendo privatizzazioni, svendite degli assets economici prioritari a tutto danno del Paese e a favore di grandi potenze multinazionali. Ma la gestione condivisa dei beni collettivi non può essere trasferita alla sfera privata.