“Appello ai giovani di tutta la Russia: uniamoci nella solidarietà e sconfiggiamo la paura”

In Russia esiste, dai tempi dell’Unione Sovietica, una tradizione nei tribunali: il discorso di autodifesa degli imputati. A dissidenti politici di fatto già condannati dal sistema, veniva lasciata la possibilità di spiegarsi prendendo la parola per un’ultima volta. Sergei Bondarenko dell’associazione Memorial – premio Nobel per la pace 2022 – insieme a Giulia De Florio di Memorial Italia hanno raccolto in un libro, pubblicato da edizioni E/O, alcuni dei discorsi pronunciati negli ultimi anni da condannati per opinioni politiche sotto il regime di Putin. Pubblichiamo in esclusiva il discorso di Armen Aramjan, giovane redattore della rivista studentesca indipendente DOXA, messa fuorilegge in Russia.

Il separatismo nel Donbas: un comodo cavallo di battaglia

Immaginate il Donbas negli anni Novanta. Le élite locali, composte di fuoriusciti dalla nomenklatura sovietica e criminali del posto, avevano messo sotto il proprio controllo i bocconi più appetitosi dell’industria della regione: imprese del carbone, acciaieria, complesso metallurgico. Il clan non si limitò a impossessarsi dell’industria della regione, ma si trasformò in una vera forza politica, che ha unito le forze con Putin e il “soft power” russo dopo il 2004, quando il Cremlino rimase terrorizzato dalla rivoluzione arancione. È stata quella a convincere Putin che bisognava cavalcare il separatismo nel Donbas e impedire a tutti i costi il passaggio dell’Ucraina nella sfera d’influenza occidentale.

Trincee di china: la guerra a fumetti

Il conflitto in Ucraina è solo l’ultimo tra i tanti narrati attraverso il fumetto, con racconti reali o immaginari. Eppure ha un peso in più, raro e importante: questa volta, a parlare nelle rappresentazioni della guerra a fumetti sono i testimoni diretti.

Guerra e giornalismo al tempo dei social: vecchie abitudini e nuovi equilibri

L’indissolubile binomio tra guerra e giornalismo diventa ancor più interessante da analizzare nel momento in cui entrano in scena le immagini del conflitto. Stiamo parlando di due possibili significati del termine: immagine mentale costruita (anche) dalla narrazione giornalistica nella coscienza dell’opinione pubblica e immagine materiale, statica o in movimento, in grado di dare corpo alla prima.

Un anno di guerra in Ucraina: le ragioni dell’umanità al centro delle scelte

La guerra in Ucraina si prevede ormai lunga, di attrito o di logoramento. Le rappresentazioni strategiche e geopolitiche ad oggi sembrano rimarcare le opposte visioni sugli “spazi vitali”, senza promuovere passi concreti per la risoluzione del conflitto. Un percorso di pace va quindi ricercato su un’altra chiave: è necessaria la difesa di un Paese aggredito, ma occorre maturare la convinzione che di fronte alla prosecuzione della guerra devono prevalere le esigenze dell’umanità intera. Sono maturi i tempi per riportare il tema della pace e di un nuovo ordine internazionale al centro del dibattito innanzi alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, oggi munita dei poteri di sindacare e, se vuole, anche di superare i veti del  Consiglio di Sicurezza.

Armi nucleari: la scienza, la guerra, la pace

La storia del rapporto fra gli scienziati e la guerra è una storia di grandi conflitti di coscienza, costellata di battaglie pacifiste radicali. Gli stessi che contribuirono alla produzione delle prime armi nucleari furono ardenti sostenitori della pace e per tutta la vita si impegnarono nella causa del disarmo.