Armen Aramjan, Alla Gutnikova, Volodja Metelkin e Nataša Tyškevič sono ex redattori della rivista studentesca indipendente DOXA, al momento vietata in Russia. Prima dell’irruzione delle truppe russe in Ucraina, DOXA si presentava come una “rivista sull’università contemporanea e sui problemi del sapere sociale e umanistico”. Dal 24 febbraio 2022 DOXA è una “rivista indipendente contro la guerra, la dittatura e le disuguaglianze”. Nel gennaio 2021 DOXA si esprime a sostegno dei manifestanti che protestano per l’arresto di Aleksej Naval’nyj, in particolare con il video “Non riusciranno a sconfiggere i giovani”, in cui Aramjan, Gutnikova, Tyškevič e Metelkin esortano i giovani di tutta la Russia a scendere in strada e protestare senza temere di venire espulsi dagli atenei. Il Roskomnadzor ordina subito di rimuovere il video poiché, a suo dire, avrebbe “istigato minorenni a [compiere] azioni per loro pericolose” (art. 151.2 del Codice penale della Federazione russa).
1° aprile 2022
Signor giudice, mi sono rimaste ormai pochissime occasioni per esprimermi liberamente su quello che accade in Russia oggi. Dunque vorrei approfittare di questa udienza pubblica per dire qualche parola. Un mese fa la Russia ha dato il via alla cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina. Le ostilità hanno provocato migliaia di morti tra la popolazione civile: secondo i primi dati, nella sola Mariupol’ sarebbero state uccise cinquemila persone. Perciò, prima di dare voce a questa mia ultima dichiarazione, ci terrei a osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della guerra. Credo anzi che ogni evento pubblico in Russia dovrebbe iniziare in modo analogo.
Signor giudice, da quasi un anno a questa parte io e i miei amici siamo de facto agli arresti domiciliari. La nostra vita è ormai divisa in un “prima” e in un “dopo” le perquisizioni nei nostri appartamenti, avvenute alle 6 del mattino del 14 aprile 2021. In tutti questi dodici mesi o quasi non abbiamo potuto studiare, lavorare, vedere gli amici, vivere una vita normale. Oltre a non lavorare per DOXA, non ho potuto dedicarmi alle mie ricerche, ma soprattutto, per via dei domiciliari, è un anno che non vedo la mia ragazza, che nelle ultime settimane ha dovuto far sfollare la sua famiglia da Kiev. Alla e Volodja hanno dovuto lasciare l’università. Nataša ha perso il lavoro. Per cosa? Per un breve video che abbiamo pubblicato nel gennaio 2021, un video in cui non facevamo altro che chiedere al governo, ma anche alle università e alle scuole, di smetterla di intimorire gli studenti e di minacciarli di espulsione se partecipavano alle proteste. Nel filmato c’erano anche parole di incoraggiamento nei confronti di col…