Gestazione per altri e non solo: la compravendita della libertà e i suoi limiti

Discutere di gestazione per altri, prostituzione, aborto, eutanasia e altri temi è controverso perché chiama in causa una riflessione etica tutt'altro che semplice sul rapporto fra libertà, mercato, scelta. Cercare i giusti argomenti su cui centrare il pensiero, specie quando le polarizzazioni sono feroci, diventa essenziale.
Gestazione per altri: una clinica in Ucraina nel 2020

In questa nota discuterò brevemente – anche riferendomi al libro appena uscito di Valentina Pazé[1] – alcune azioni, fondamentali per il nostro benessere e per la nostra libertà, come la compravendita di parti del corpo, la gestazione per altri, il cambio di sesso, l’eutanasia, l’infibulazione, l’aborto, la prostituzione e il velo nella sfera pubblica. Sono tematiche centrali sulle colonne di questa rivista. A che serve dunque aggiungere un po’ d’inchiostro ad un dibattito qualificato ed estesissimo? La mia modesta giustificazione è che, a differenza della grande parte di coloro che animano queste controversie, non sono un filosofo. Sono un ricercatore abituato a “pesare gli argomenti”, nella consapevolezza che nessuno di essi può convincere tutti, dirimendo ogni divergenza di opinione, ma anche che alcuni di essi esprimono una forza e una rilevanza tali da renderli ineludibili, perfino per chi vi si oppone.

Vorrei dunque iniziare proponendo tre linee argomentative che mi sembrano massimamente robuste. Ecco la prima. Gary Becker, un vincitore di Nobel per l’economia, suggerisce di legalizzare il commercio dei reni: poiché per sopravvivere basta un rene, se A desidera un rene più dei soldi, e B vuole i soldi più di quanto desideri tenersi un rene, lo scambio accresce il benessere di entrambi[2]. Tuttavia, l’idea della compravendita di parti del corpo umano contrasta con l’idea liberale secondo cui nessuno può rinunciare volontariamente al proprio diritto di decidere di sé stesso. Nelle parole di John Stuart Mill, vendendo sé stesso come schiavo un individuo «abdica alla propria libertà; rinuncia a ogni uso futuro di essa al di là di questo singolo atto […]. Il principio di libertà non…

La libertà accademica negata dal fanatismo filo-israeliano tedesco. Intervista a Nancy Fraser

A Nancy Fraser è stato impedito di tenere un ciclo di conferenze all’Università di Colonia. Sebbene il tema designato fosse il lavoro nella società capitalista, alla filosofa è stato proibito di parlare per aver firmato la dichiarazione “Philosophy for Palestine”. Una violazione della libertà accademica frutto di quello che Susan Neiman ha definito il “maccartismo filosemita” della Germania, Paese in cui ormai ogni voce critica nei confronti di Israele viene messa sistematicamente a tacere.

Nuova questione morale: la sinistra e il fantasma di Berlinguer

A sinistra si continua a citare Berlinguer e a sbandierare il tema della questione morale. Ma i recenti fatti che hanno travolto la giunta regionale di Michele Emiliano ci ricordano che nel sistema Italia il marcio è diffuso ovunque, a partire dalle realtà locali. Non si può risanare tutto il sistema politico nel suo complesso ma a sinistra ci si può impegnare partendo da casa propria, cercando di costruire un nuovo autentico soggetto progressista anziché puntare ai “campi larghi”.