In Spagna si gioca il futuro della sinistra europea

Nonostante anni molto complicati, fra crisi pandemica e guerra, il governo Sánchez in Spagna, sostenuto esclusivamente da forze di sinistra, ha dimostrato che è possibile realizzare politiche progressiste, a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione. Un bilancio.
Governo Sánchez in Spagna. Sánchez e Iglesias alla Moncloa

Come sappiamo, i governi di sinistra brillano per la loro assenza in tutta l’Ue. Negli ultimi tre anni l’esperienza del governo Sánchez in Spagna è stata l’unica eccezione perché solo qui i socialisti governano in coalizione con una formazione alla loro sinistra, Unidas Podemos. Una situazione diversa da quelle della Germania, della Danimarca e della Finlandia, con coalizioni che guardano al centro, ma anche da quella del Portogallo dove il socialista António Costa governa in solitaria, dopo un lustro appoggiato esternamente dai comunisti e dal Bloco de Esquerda. Oltre dunque ad essere un caso più unico che raro, l’esperimento spagnolo dovrebbe interessarci per capire cosa può e cosa riesce a fare al governo la sinistra in un contesto come quello attuale. Per di più, la legislatura si avvia alla sua conclusione – si vota a fine maggio per le amministrative e a dicembre per le politiche – ed è il momento di tirare le somme.

L’esecutivo guidato dal socialista Pedro Sánchez si è formato a gennaio del 2020, poche settimane prima dell’inizio della pandemia. Non si può non tenere conto, di conseguenza, della particolare congiuntura internazionale in cui si è trovato ad operare che ha sconvolto fin dall’inizio il patto di governo che il Partido Socialista Obrero Español (Psoe) e Unidas Podemos (Up) avevano siglato, a cui poi si è aggiunta la crisi energetica e la guerra in Ucraina. Non è stata, insomma, una legislatura facile, sempre che in epoca di permacrisi ce ne possa essere ancora qualcuna.

È bene anche tenere presente che si trattava del primo esecutivo di coalizione in Spagna dai tempi della Guerra Civile che, per di più, non disponeva della maggioranza assoluta nelle Cortes, le camere del parlamento spagnolo. Ciò ha comportato la necessità di continue…

Rifugiati siriani

Tutti mercanteggiano sulla pelle dei rifugiati siriani

Con la partecipazione al recente meeting di Gedda il regime di Bashar al-Assad ritorna sulla mappa delle relazioni internazionali. Si apre così la questione del rimpatrio per milioni di rifugiati siriani, che si aggiunge a quella della confisca delle loro case delle loro terre.