È ancora una democrazia? La riforma delle pensioni rivela che il re è nudo

Per far approvare la riforma delle pensioni, il Presidente Macron ha più volte fatto ricorso all’articolo 49.3, che invece andrebbe impugnato solo in casi di emergenza straordinaria. Un’emergenza che nel suo caso è dovuta all’assenza di una maggioranza in Parlamento. Ma così, scrive Aurélien Soucheyre, editorialista del quotidiano "L’Humanité", il re si rivela nudo di fronte al proprio popolo, rendendo palese la crisi democratica e istituzionale in cui versa la Francia.
Macron

La Francia oggi è nel bel mezzo di una crisi democratica e istituzionale senza precedenti. Come ha dichiarato lo storico e sociologo Pierre Rosanvallon, ben lungi dall’essere un rivoluzionario, questa è la peggiore crisi che abbiamo attraversato dai tempi della guerra d’Algeria, cioè dalla creazione della Quinta Repubblica. La realtà è che la Quinta Repubblica stessa conferisce poteri giganteschi al Presidente della Repubblica. È sempre stato così. Questo è il contenuto della Costituzione. Ma esiste anche uno spirito della Costituzione. E finora nessun Presidente si era spinto così in là contro il suo stesso popolo come ha fatto Emmanuel Macron. Se dunque è vero che la Quinta Repubblica dà molto potere al Presidente, affinché questo meccanismo istituzionale funzioni correttamente deve esserci un rapporto di fiducia tra il Presidente e il popolo.  Ad esempio, il generale de Gaulle, che della Quinta Repubblica è uno dei fondatori, ha legittimato il suo operato politico utilizzando uno strumento democratico come il referendum.  

Oggi, quello che accade è che Macron non si legittima in nessun modo. Non cerca alcun sostegno nella società. Siamo di fronte a una storica alleanza dei sindacati contro la riforma delle pensioni ma questo non lo frena affatto. Per ben due volte in questi mesi oltre 3,5 milioni di persone sono scese in piazza ma al Presidente questo non genera alcun tipo di problema. Circa il 70% dei francesi è contrario al suo operato e si oppone fermamente alla riforma, un corpo sociale costituito dal 90% della popolazione attiva, cioè il 90% delle persone interessate dalla riforma in questione. Per tutta risposta Macron rifiuta le richieste di referendum. E di conseguenza si pone in una situazione di fortissima sfiducia nei confronti dei francesi, al punto che sia che si rechi all’estero o in qualsiasi altro luogo del Paese, viene costantemente fischiato e richiamato all’ordine da cittadini che gli dicono: “Stai maltrattando la democrazia in Francia! Non è possibile continuare cosi!”.

Macron ha usato la forza contro i sindacati, contro il popolo, persino contro il Parlamento utilizzando l’articolo costituzionale 49.3. Oggi è presente una fortissima diffidenza dei francesi nei confronti di questo articolo che certo non è nuova in quanto già all’epoca François Hollande e Manuel Valls se ne erano serviti per la riforma Macron (all’epoca in cui l’attuale Presidente era ministro dell’economia) e per quella del lavoro, la cosiddetta legge El Khomri. Ci furono molte contestazioni all’epoca e anche Manuel Valls, che era Primo ministro, fu più volte preso di mira per strada da persone che gli rimproveravano l’uso del 49.3, quello st…

Nonostante Platone, Adriana Cavarero smaschera l’ordine patriarcale

Adriana Cavarero ha dedicato la sua esistenza a decodificare il linguaggio della rappresentazione, non solo per il piacere necessario della decostruzione, quanto anche e soprattutto per proporre un nuovo pensiero del femminile, “un immaginario di speranza” che, dall’analisi del passato e dalla critica del presente, lanci lo sguardo verso il futuro, un futuro che indichi rapporti nuovi e diversi.

Fosse Ardeatine, 80 anni dall’eccidio. Intervista a Michela Ponzani

Il 23 marzo 1944 un gruppo di partigiani gappisti compiva l’attentato di via Rasella, a cui il giorno dopo gli occupanti tedeschi risposero con la terribile rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Un legittimo atto di Resistenza a cui fece seguito un massacro deliberato. Eppure, nell’Italia attuale, in cui una parte non solo della società ma anche delle istituzioni non si riconosce nei valori e nell’eredità dell’antifascismo, tali eventi sono ancora oggetto di contesa. La ricostruzione della storica Michela Ponzani non lascia però spazio a nessuna tendenziosa ambiguità.

L’accordo fra Unione Europea ed Egitto è già un fallimento

L’Egitto è un Paese al collasso in cui, oltre alla povertà endemica, fra gli abitanti cova ancora sotto la cenere il fuoco della rivoluzione. Gli accordi stretti con il governo italiano servono ad Al Sisi per cercare di mantenere il controllo, ma rischiano per molti versi di peggiorare la situazione del Paese. L’Europa, in questo quadro, prosegue con la sua solita politica miope: pretendere di fermare i flussi umani favorendo le dittature e i loro metodi violenti e persecutori.