La guerra di Corea, allora e oggi. Intervista a Gastone Breccia

La guerra di Corea terminava settant’anni fa con l’armistizio di Panmunjeom, firmato il 27 luglio del 1953. Seppur misconosciuto in Italia, si è trattato di un conflitto estremamente importante, sia per la rilevanza avuta allora sia per le sue ricadute attuali, tangibili a settant’anni di distanza dalla fine dello scontro armato. Si pensi a tal proposito che diversi analisti hanno infatti proposto una “soluzione coreana” per il conflitto in corso in Ucraina. Il Professor Gastone Breccia ha dedicato a questo evento storico il libro “Corea, la guerra dimenticata” (Il Mulino, 2019).
Guerra di Corea

La guerra di Corea è uno degli eventi misconosciuti della seconda metà del Novecento. A fronte della sua importanza, pochi ne conoscono l’esistenza (a tal proposito ci ha rinfrescato la memoria Clint Eastwood col suo Gran Torino). Come è potuto accadere?

Gastone Breccia: La guerra di Corea è una “guerra dimenticata” soltanto per noi occidentali. Gli americani hanno le loro ragioni, ovviamente: non l’hanno vinta, nonostante enormi sacrifici, e hanno dovuto a malincuore accettare una soluzione di compromesso. Per gli europei è un orizzonte lontano, anche se i britannici mantengono viva almeno la memoria di alcuni episodi in cui le loro truppe si comportarono eroicamente, come la disperata difesa di Gloster Hill, sul fiume Imjin, il 25 aprile del 1951. L’Italia, che all’epoca non era ancora stata ammessa a far parte delle Nazioni Unite, vi partecipò soltanto con un ospedale da campo, ed è quindi comprensibile che la traccia rimasta nella nostra storia sia molto labile. Ma attenzione, i coreani e i cinesi invece la ricordano benissimo: i coreani come la tragedia immane che ha devastato il loro Paese, i cinesi come il momento in cui la Repubblica Popolare si è conquistata – col sangue dei propri “volontari” – il ruolo di grande potenza sulla scena mondiale.

Ma dopo aver parlato di questa guerra nella memoria collettiva, parliamo della sua realtà storica. Qual è stata l’importanza di questo conflitto in un mondo appena uscito dalla Seconda guerra mondiale e che procedeva spedito verso la Guerra Fredda?

GB: Dal punto di vista storico, ha segnato il passaggio tra due epoche diverse: perché venne combattuta con mezzi e tattiche della Seconda guerra mondiale (ad esempio, i carri armati che consentirono all’esercito nordcoreano di arrivare vicino alla vittoria nell’estate del 1950 erano i vecchi T-34/85, spina dorsale delle forze corazzate sovietiche dal 1942 al 1945), ma vi furono anche i primi duelli tra aerei a reazione – Mig-15 sovietici contro P-80 “Shooting Star” e F-86 “Sabre” statunitensi – e vennero utilizzate ampiamente dagli americani bombe al napalm in appoggio ravvicinato alle truppe sul terreno, con effetti terribili sulle fanterie avversarie e sui civili delle aree colpite; tutto questo sotto la minaccia inaudita e incom…

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Il 29 settembre l’ex leader di Solidarność compie 80 anni. Un evento importante per l’uomo che più di ogni altro ha fatto la storia della Polonia nella seconda metà del Novecento, che però non godrà di alcuna celebrazione pubblica. Per Wałęsa, uomo di compromessi, non c’è infatti posto nell’attuale Polonia di Kaczyński, populista e autoritaria.

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