L’Ecuador e il declino del socialismo del Ventunesimo secolo

Inaspettatamente, le elezioni presidenziali in Ecuador hanno visto la vittoria di Daniel Noboa, esponente liberale e di una delle famiglie più ricche del Paese, che ha ottenuto il 52% dei voti al ballottaggio in una elezione molto partecipata e sentita dalla popolazione, che ha espresso anche la perdita di fiducia nei confronti del correismo, l’espressione ecuadoriana del cosiddetto “Socialismo del Ventunesimo secolo”. Un movimento che oggi appare in serio declino, sebbene tuttora vivo.
Cuba a 70 anni da quello storico 26 luglio 1953

70 anni fa, con l’assalto alla Caserma Moncada di Santiago De Cuba, iniziava la rivoluzione che avrebbe cambiato la storia dell’isola e per tanti nel mondo avrebbe rappresentato la possibile realizzazione di un sistema politico, economico e sociale più equo. Ma quelle speranze furono ben presto tradite con l’adozione del modello sovietico. Oggi, in una società corrotta e segnata da profonde disuguaglianze, la richiesta di una realtà più giusta e più equa torna a farsi prepotentemente sentire, aprendo nuovi spazi per l’azione della nuova sinistra autoctona sviluppatasi negli ultimi anni.
Viva Villa, ¡cabrones! Il mito di Pancho Villa a 100 anni dalla morte

Il 20 luglio ricorre il centenario della morte, o meglio, dell’assassinio di Doroteo Arango Arámbula, più conosciuto con il nome che assunse durante la Rivoluzione messicana: Francisco “Pancho” Villa. In Messico l’intero 2023 è stato dichiarato anno in suo onore, ma la memoria del rivoluzionario nel corso di questo secolo è stata spesso divisiva.
Nicaragua, il sogno infranto di un socialismo plurale e democratico

Sembrava che la rivoluzione sandinista in Nicaragua seguisse un modello diverso da quello che si era imposto in troppi Paesi, dove il superamento del capitalismo era stato accompagnato dall’autoritarismo, dall’opprimente dominio di un partito unico sull’intera società e da una negazione formale e di fatto di ogni spazio democratico. Ma i sandinisti di oggi sono invece un’ennesima incarnazione di quel modello. E ancora una volta assistiamo al tracollo etico per quei settori di sinistra che continuano a difendere dittatori sanguinari, senza fare mai i conti con la questione democratica.