25 anni di Google: la parabola di Larry Page, dal garage di Menlho Park alle stelle

25 anni fa, il 4 settembre 1998, veniva fondata Google, un’azienda che avrebbe avuto un impatto enorme sulle nostre vite. Ripercorriamo la parabola del suo fondatore, Larry Page, tramutatosi da giovane Anakin Skywalker in Dart Fener. Passando dal voler “organizzare tutta l’informazione del mondo e renderla universalmente accessibile e utile” a, per usare le parole del massmediologo bielorusso Evgeny Morozov, “monetizzare tutta l’informazione del mondo, renderla redditizia e universalmente inaccessibile”.
A 30 anni dalla fine della DC, partito dell’italica anomalia

Trent’anni fa, con l’Assemblea Programmatica Costituente del 23-26 luglio 1993, in cui Martinazzoli lanciò l’idea di aprire “la terza fase storica della tradizione cattolico-democratica”, si concludeva sostanzialmente la storia della Democrazia Cristiana. Un partito che ha costituito un’anomalia a partire dal nome, in cui la pratica laica della democrazia era accostata a una fede religiosa. Un’anomalia che è stata anche quella di un intero sistema politico, in cui un partito era necessariamente forza di governo (appunto la DC) e uno necessariamente forza d’opposizione (il PCI). Tutto prima che Tangentopoli aprisse la fase della Seconda Repubblica, che fa spesso rimpiangere il buon tempo antico in cui c’era la DC, tempo che in realtà non è mai esistito.
L’avvocato di panna montata e meringhe

20 anni fa moriva Gianni Agnelli, il cui status fu sempre strettamente connesso al ruolo di regnante sull’impero automobilistico Fiat. Oggetto di particolari riguardi da parte di Stato e Politica come attore iconico del potere economico nazionale.
Un regno i cui confini il suddetto monarca ha sempre presidiato con estrema attenzione e cinismo praticati con modi apparentemente distaccati e – dunque – blasé.
Gianni Brera, giornalista-star dello Strapaese

A trent’anni dalla morte del celebre giornalista sportivo, rimane in eredità di lui una certa visione reazionaria del calcio. Derivante da una genetica da bar sport, che sconfina in una sorta di razzismo all’incontrario: la presunta inferiorità ereditaria della gente italica, da virare a strategia vincente sul campo di calcio.
Per l’internazionale del pensiero impensabile

Per non rassegnarsi allo stato di cose presenti non è sufficiente l’indignazione, destinata a esaurire molto presto la sua carica propulsiva. È necessario reimparare a pensare collettivamente. Aprire cantieri in cui si coltivi l’impensato facendo tesoro delle tante sperimentazioni di pensiero susseguitesi nel corso della Storia, e in particolare di quelle della Prima Internazionale.
Fenomenologia di Roberto Cingolani

Lo strano caso di Roberto Cingolani, portavoce della potente lobby dell’energia fossile, già criticatissimo come ministro della Transizione Ecologica nel governo Draghi e ora nominato “advisor” del nuovo ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica.
Bescapé, 27 ottobre 1962, fine di un’Italia

Nel sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, fondatore dell’Eni e profeta visionario dell’autonomia energetica italiana, una riflessione sul ruolo decisivo svolto dall’impresa pubblica nel miracolo economico italiano del secondo dopoguerra.
Il lungo addio alla rappresentanza. A proposito del divorzio Sinistra-Demos

Dal riformismo dell’onda lunga newdealistica al divorzio tra sinistra e ceti popolari: come l’incredibile dissipazione del capitale politico progressista ha favorito la restaurazione plutocratica della destra.
Alla ricerca del lato oscuro di Confindustria

Pavidi notabili o cospiratori pervicaci? A partire da un saggio di Elio Catania – “Confindustria nella Repubblica” (1946-1975), Mimesis – una riflessione sull’influenza esercitata dall’associazione degli industriali sulle scelte politiche di governo dagli anni Cinquanta agli Ottanta.
Concepire il femminile. Confronto tra una femminista e un liberale critico / Prima parte

Come contrastare la restaurazione del dominio al maschile al tempo della mutazione del capitalismo in plutocrazia? Per Pierfranco Pellizzetti – in una lettera indirizzata a Monica Lanfranco – l’enfasi sulla sola de-generizzazione della società rischia di condannare il movimento delle donne all’impotenza. Nel prossimo numero di M+ la risposta di Lanfranco.