Una sinistra conservatrice? Il nuovo partito di Sahra Wagenknecht

L’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), partito nato di recente da una scissione della Linke, parteciperà alle elezioni europee in Germania. Il suo obiettivo è di rivitalizzare a sinistra il discorso politico sui temi economici, sottraendoli al monopolio delle istituzioni tecnocratiche nazionali o sovranazionali.

Un nuovo partito politico, l’Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e Giustizia (Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit, BSW), si appresta a partecipare alle elezioni europee in Germania. Nato nel gennaio 2024 da una scissione della Linke, il Bsw ruota intorno alla figura carismatica di Sahra Wagenknecht, un politico di lungo corso e notevole visibilità mediatica in Germania. Secondo alcuni politologi, il Bsw mira ad occupare una nicchia di mercato elettorale non sufficientemente coperta dall’offerta politica esistente: quella degli elettori che hanno preferenze economiche di sinistra, ma attitudini valoriali conservatrici. A mio parere, il suo obiettivo è più ambizioso ed intrigante: la rivitalizzazione dell’asse economico della competizione politica.

I due assi

Come vediamo nella figura 1, i politologi sono soliti rappresentare la competizione politico-partitica su due assi ortogonali. L’asse orizzontale misura le preferenze di partiti ed elettori sui temi economici: a destra di questo asse si collocano coloro che vogliono un’economia regolata dalle forze del mercato, al limite senza alcuna correzione da parte dello Stato; a sinistra coloro che auspicano il controllo collettivo sui processi e gli esiti economici. L’asse verticale è di natura valoriale: sul segmento superiore si collocano i “progressisti”, che mettono al centro i diritti delle minoranze e la lotta alle discriminazioni, in primis razziali e di genere, hanno un orientamento internazionalista piuttosto che localista e hanno a cuore la tutela dell’ambiente; sul segmento inferiore si posizionano i “conservatori”, che esprimono attaccamento ai valori tradizionali in materia di orientamento sessuale e stili di vita, considerano l’appartenenza nazionale un valore e sono contrari al trasferimento di prerogative e competenze statali ad istituzioni sovranazionali (compresa la Ue), e mostrano scetticismo se non opposizione nei confronti dei temi ambientali.

L’intersezione dei due assi identifica quattro tipi di offerta politica: la sinistra progressista, la destra progressista o libertaria, la destra conservatrice e la sinistra conservatrice (Figura 1). Mentre i primi tre tipi sono ben rappresentati nel panorama politico attuale, il quarto no. I partiti di sinistra conservatrice sono rari. Di conseguenza, gli elettori potenziali di questi partiti, di solito di bassa estrazione culturale, tendono ad astenersi dal voto o a votare per i partiti con cui c’è maggiore corrispondenza sul piano valoriale: quelli di destra populista. Il Bsw si collocherebbe in questo quadrante. I sondaggi la danno al 7% circa su scala nazionale, ma il suo bacino elettorale è più ampio: circa il 20% a livello nazionali, 31% nei Länder dell’Est (31%).

Interviste matrioska, i “grandi vecchi” che hanno fatto la storia

Pubblichiamo un estratto dal libro di Ennio Cavalli “Ci dice tutto il nostro Inviato – Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie”, edito da Rubbettino editore. Incontri e cronache a cavallo fra il passato e il futuro, “interviste matrioska” con grandi personalità che hanno segnato la storia, dalla penna di un “poeta con i piedi per terra” come lo ha definito Luciano Canfora, che del libro ha curato la prefazione.

Francia: un risveglio di popolo può fermare i prestigiatori del potere

Il presidente prestigiatore che incantava il pubblico con i suoi trucchi ha perso il tocco: Macron in Francia voleva ritrovare margini di manovra per completare il suo mandato quinquennale, ma dal cappello non è uscito l’atteso coniglio, bensì il caos a destra e una potente forza a sinistra, che potrebbe riservarci sorprese.

Gli inganni 
di Foucault

Nel quarantennale della morte di Michel Foucault, lo ricordiamo con l’estratto di un saggio/lettera pubblicato nel numero 8/2020 di MicroMega, che dedicammo al concetto di biopolitica, a chiusura del primo anno di pandemia da Covid-19. La pandemia aveva infatti riportato alla ribalta tale pilastro del pensiero filosofico di Michel Foucault, di enorme successo negli ultimi decenni, specie in alcuni ambienti del pensiero filosofico-politico di sinistra. In una lettera a Roberto Esposito, a tutti gli effetti il principale esponente della biopolitica in Italia, il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais si lanciava in una rigorosa e appassionata invettiva contro quello che in definitiva, per lui, non è che contraddizione e vuoto filosofico. Foucault, secondo d’Arcais, aveva promesso ipotesi verificabili e confutabili, le ha invece sostituite con ipostasi che del significato di quei fatti diventano matrice e demiurgo. La sua bestia nera finisce per essere l’impegno riformatore, anche il più radicale.