“Di Dio si può dubitare, della cattedrale del sapere no”

Elisabetta Sgarbi, della casa editrice La Nave di Teseo, racconta a MicroMega perché decise di pubblicare il romanzo di Franco Cordero.

VAI ALLO SPECIALE DI MICROMEGA+ DEDICATO A FRANCO CORDERO

Mi è stato chiesto sovente se la decisione di pubblicare La tredicesima cattedra di Franco Cordero fosse un tributo alla memoria del saggista e alla autorevolezza del giurista, più che alla forza specifica del romanziere.

La mia risposta è sempre stata, fermamente, che “no”, La tredicesima cattedra è un romanzo importante rispetto alla storia letteraria di Franco Cordero (ove per letteraria intendo: storica, giuridica, di intervento politico), e importante in sé, senza che questi due aspetti possano o debbano essere eccessivamente distinti.

È un romanzo meraviglioso, nel senso letterale del termine, scomodo per il lettore che deve sempre aggiustarsi rispetto alla direzione che sta prendendo la narrazione, labirintico. E come in ogni labirinto ci si perde per provare più gioia nel ritrovarsi. È un romanzo esoterico, che aspira a diventare un romanzo carsico, che attraversa gli anni interrogando di volta in volta le diverse generazioni di lettori.

Ma è anche un romanzo in cui Cordero ha riversato la sua mente polimorfica, la vastità dei suoi interessi, le sue esperienze biografiche. Con una alternanza di registri, in cui non manca l’ironia, il gusto per la sferzata velenosa, non solo rivolta agli uomini, ma anche a Dio.

Dio è il grande imputato del libro. Il giudizio sul mondo universitario (che è la grande metafora del mondo umano) è troppo evidente per essere il vero protagonista. Il viaggio nella grande biblioteca dell’università è l’occasione per rivisitare il tema del Male. Il Male è troppo potente e troppo presente nella st…

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.

La guerra contro lo Stato condotta dal liberismo della “sussidiarietà”

Pubblichiamo un estratto del libro di Francesco Pallante “Spezzare l’Italia”, Giulio Einaudi Editore, 2024. In questo volume, il costituzionalista argomenta in profondità le ragioni di una battaglia per fermare il disegno eversivo dell’autonomia differenziata, il quale, come spiega nel capitolo di seguito, trae origine anche dalla visione, intrisa di liberismo e populismo al tempo stesso, tale per cui lo Stato sia automaticamente un “male necessario” e le istituzioni “più vicine ai cittadini” consentano un beneficio. Una visione che nega alla radice la politica, vale a dire l’opera di mediazione e sintesi che è in grado di tenere insieme la società.