L’alta marea

In questo racconto, pubblicato su MicroMega nel 1998, l’autore ci conduce in un paesaggio di totale desolazione, in cui tutta l’umanità rappresentata è quella confinata in un carcere circondato dall’acqua che attende la prossima inondazione.

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Da MicroMega 5/1998

‘Quando l’acqua gli arriverà alla gola (…), l’ultimo carceriere si metta in salvo abbandonando i detenuti. Una generazione di prigionieri se ne va e un’altra arriva subito a rimpiazzarla, mentre di carcerieri ce ne sono pochi e devono sopravvivere’. 

La bufera infuria ormai da due settimane sulle isole meridionali e la situazione peggiora di giorno in giorno. Improvvisamente cala la nebbia ed ammassi di nubi gonfie di pioggia si addensano sopra la pianura come mucchi di cotone sporco. Una tempesta di grandine gelida e trasparente spazza il deserto e frusta a lungo il grigio edificio di questa prigione. Non c’è da stupirsi, quindi, se nel cuore della notte, mentre la tempesta infuriava più che mai, improvvisamente mi sento svegliare dalla guardia di turno che mi ha strappato dal sonno per riferirmi che ero convocato senza alcun preavviso nell’ufficio del direttore del carcere per degli ordini. 

Le parole della guardia echeggiano ancora nell’oscurità della st…

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.

La guerra contro lo Stato condotta dal liberismo della “sussidiarietà”

Pubblichiamo un estratto del libro di Francesco Pallante “Spezzare l’Italia”, Giulio Einaudi Editore, 2024. In questo volume, il costituzionalista argomenta in profondità le ragioni di una battaglia per fermare il disegno eversivo dell’autonomia differenziata, il quale, come spiega nel capitolo di seguito, trae origine anche dalla visione, intrisa di liberismo e populismo al tempo stesso, tale per cui lo Stato sia automaticamente un “male necessario” e le istituzioni “più vicine ai cittadini” consentano un beneficio. Una visione che nega alla radice la politica, vale a dire l’opera di mediazione e sintesi che è in grado di tenere insieme la società.