Algoritmi: le armi letali autonome / quinta puntata (PODCAST)

Nella quinta e ultima puntata del podcast sugli algoritmi e l’intelligenza artificiale, un’analisi dei rischi dell’automatizzazione della guerra con Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Archivio Disarmo.

L’ultima puntata del podcast sugli algoritmi e l’intelligenza artificiale guarda leggermente più avanti rispetto alle altre e affronta un tema ancora molto di nicchia ma che sarà centrale nei prossimi anni: le armi letali autonome.

“Con le armi autonome si pensa che sia possibile ridurre l’errore causato dallo stress” ci dice Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Archivio Disarmo, “ma c’è un problema a livello legale. In caso di errore chi portiamo davanti a un tribunale?”, aggiunge Simoncelli.

Sicuramente ci saranno sempre meno militari a combattere e sempre più armi autonome, però questo non tutela la popolazione civile, divenuta sempre più il vero obiettivo dei conflitti.

L’automatizzazione della guerra può avere anche un risvolto politico non di poco conto, perché i governi autoritari possono impiegarle nella repressione del dissenso interno, escludendo così polizia e esercito che a volte in passato hanno svolto un ruolo nei processi democratici. “Pensiamo al Portogallo e alla Rivoluzione dei Garofani” dice Simoncelli.

Anche sul fronte terrorismo il campanello d’allarme è suonato perché “basterà che degli hacker si intrufolino nei sistemi di sicurezza per averne il controllo”, chiosa Simoncelli.

Ascolta “Algoritmi: le armi letali autonome / quinta puntata” su Spreaker.

LE PUNTATE PRECEDENTI

Il maschilismo dei dati

La gran parte delle decisioni negli ambiti più disparati oggi viene presa a partire dai dati. Dati che però nella stragrande maggioranza riguardano solo ed esclusivamente gli uomini.

Le radici biologiche del linguaggio umano

Studiare da un punto di vista evolutivo il linguaggio umano è un’operazione estremamente complessa poiché, a differenza di altri tratti biologici, dipende da strumenti nervosi e anatomici che non fossilizzano e non lasciano tracce. Ma lo studio del canto degli uccelli ci fornisce un prezioso strumento comparativo per perseguire tale scopo.

La crisi della sinistra e il problema della proprietà

Abbandonando il tema del lavoro appiattendosi su posizioni monetariste, la sinistra ha rinunciato anche ad affrontare propriamente il tema della proprietà. Riguardo quella pubblica, per allontanarsi dal nazionalismo comunista sovietico, ha osteggiato ogni forma di demanializzazione e nazionalizzazione dei beni e delle produzioni, favorendo privatizzazioni, svendite degli assets economici prioritari a tutto danno del Paese e a favore di grandi potenze multinazionali. Ma la gestione condivisa dei beni collettivi non può essere trasferita alla sfera privata.