L’ultima puntata del podcast sugli algoritmi e l’intelligenza artificiale guarda leggermente più avanti rispetto alle altre e affronta un tema ancora molto di nicchia ma che sarà centrale nei prossimi anni: le armi letali autonome.
“Con le armi autonome si pensa che sia possibile ridurre l’errore causato dallo stress” ci dice Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Archivio Disarmo, “ma c’è un problema a livello legale. In caso di errore chi portiamo davanti a un tribunale?”, aggiunge Simoncelli.
Sicuramente ci saranno sempre meno militari a combattere e sempre più armi autonome, però questo non tutela la popolazione civile, divenuta sempre più il vero obiettivo dei conflitti.
L’automatizzazione della guerra può avere anche un risvolto politico non di poco conto, perché i governi autoritari possono impiegarle nella repressione del dissenso interno, escludendo così polizia e esercito che a volte in passato hanno svolto un ruolo nei processi democratici. “Pensiamo al Portogallo e alla Rivoluzione dei Garofani” dice Simoncelli.
Anche sul fronte terrorismo il campanello d’allarme è suonato perché “basterà che degli hacker si intrufolino nei sistemi di sicurezza per averne il controllo”, chiosa Simoncelli.
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