L’altra storia di Guantánamo

La recente crisi dei migranti haitiani al confine meridionale degli Stati Uniti è solo l’ultimo episodio di una decennale storia di brutali maltrattamenti da parte del governo, molti dei quali si sono svolti nelle strutture di detenzione di Guantánamo Bay.

Quando, il mese scorso, sono emerse le foto degli agenti a cavallo della U.S. Customs and Border Protection (CBP) che inseguivano gli haitiani a Del Rio, in Texas, le proteste sono state immediate. Nella più iconica delle immagini scattate dal fotografo Paul Ratje, quello che sembra essere un agente di frontiera bianco, il volto cristallizzato in un’espressione di apparente rabbia, scende da cavallo per afferrare la maglietta di un immigrato nero haitiano. Era come se Ratje avesse catturato l’essenza di ciò che alcuni dei più ardenti critici della politica migratoria statunitense sospettavano da tempo: che gli eventi che si stavano svolgendo al confine meridionale fossero l’ultimo atto di un molto più antico dramma razzista di violenza coloniale e schiavitù. La vicepresidente Kamala Harris ha riconosciuto il potere di questo simbolismo, sottolineando che la cosa «ha riportato alla mente le immagini di alcuni dei peggiori momenti della nostra storia, in cui quel tipo di azioni sono state messe in campo contro le popolazioni indigene del nostro Paese e, durante la schiavitù, contro gli afroamericani».

Mentre l’amministrazione Biden lavorava per contenere le ricadute di queste immagini, si è avuta una svolta nella storia. I giornalisti della NBC hanno scoperto che il Department of Homeland Security (DHS) cercava contractors disarmati per la sicurezza per il Migrant Operations Center (MOC) a Guantánamo Bay. L’annuncio menzionava che per avere successo, il contractor avrebbe avuto bisogno nella sua squadra di persone parlanti creolo. Basandosi su questo dettaglio, la NBC ha pubblicato un breve pezzo chiedendo se Biden stesse rispolverando le proposte dell’era Trump di trasferimento dei migranti dal confine alla base navale.

Forbes ha fatto eco con il titolo “Biden Administration Eyes Guantánamo Bay to Hold Migrants” e Business Insider ha pubblicato un post alludendo a una «mossa Guantánamo». La deputata Alexandria Ocasio Cortez ha risposto all’articolo della NBC con un tweet, definendo la cosa «assolutamente vergognosa».La possibilità di aggiungere Guantánamo e tutte le sue caratteristiche – tortura, detenzione a tempo indeterminato – al fiasco in corso al confine ha fatto sì che la storia della NBC si trasformasse dalla copertura di un annuncio di lavoro sospetto da parte del governo alla rivelazione di un sorprendente cambiamento già in atto. Ma a una domanda su tale questione durante un’intervista alla NPR, il segretario del …

Copertina del libro Sette silenzi di Elettra Santori, Rubbettino Editore

Tacere e mettere a tacere: “Sette silenzi” di Elettra Santori

Pubblichiamo uno dei racconti che compongono la raccolta “Sette silenzi” di Elettra Santori, sociologa e nostra autrice, in libreria per Rubbettino Editore. Sette racconti, sette modi di tacere (per strategia, per orgoglio, per disprezzo verso gli altri) o di mettere a tacere (il senso critico, la coscienza, il lavorio usurante del cervello che rimugina).

Il Padrino: 50 anni dopo gli Oscar la leggenda continua

Esattamente 50 anni fa Il Padrino vinceva gli Oscar per miglior film, miglior attore protagonista (Marlon Brando) e miglior sceneggiatura. Il capolavoro di Francis Ford Coppola si proiettava in una dimensione leggendaria che perdura ancora oggi.