L’esodo delle donne e dei bambini

Le storie di Alina, Galina, Tonia, Denis che hanno lasciato il loro Paese, l’Ucraina, e i cui percorsi si incrociano a Siret, in Romania, punto di arrivo di centinaia di profughi in fuga dalla guerra.

La temperatura, nelle ore calde, supera di poco lo zero. Il resto del tempo il segno “meno” è costante. Il confine di Siret, in Romania, è uno di quelli maggiormente interessati dalla crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina. I profughi arrivano alla spicciolata passando con le automobili o a piedi, ad accoglierli c’è un’organizzazione che sfiora la perfezione con pullman e mezzi che accompagnano le persone nelle palestre e negli hotel adibiti a centri di prima accoglienza.

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L’esodo delle donne e dei bambini. Possiamo definire così questa crisi umanitaria che per numeri e velocità non ha eguali in Europa.

Tre milioni di persone in 21 giorni. Sommando tutti gli arrivi in Italia e in Grecia dal 2014 a oggi non si arriva a questa cifra e ciò restituisce la portata del momento storico che stiamo vivendo. Un numero altissimo che riguarda soprattutto la Polonia, che ha accolto quasi due milioni di rifugiati, e a seguire Romania, Moldavia, Ungheria e Slovacchia. Numeri altissimi per questi Paesi, storicamente poco accoglienti con i profughi provenienti dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo centrale: profughi di altre guerre e altre crisi cui l’Europa ha risposto con muri e sistemi di sorveglianza.

La forza di van der Waals, in tutti i sensi

Esattamente un secolo fa moriva Johannes Diderik van der Waals. Premio Nobel per la fisica nel 1910, l’importanza del suo lavoro è testimoniata dalla frequenza con cui il suo nome appare nei manuali, che lo celebrano come padre della scienza molecolare.

La matematica è gioco, letteratura, politica

In occasione della giornata mondiale del Pi greco, pubblichiamo tre brevi saggi estratti dalla raccolta che compone l’ultimo libro dello studioso, ” Pillole matematiche. I numeri tra umanesimo e scienza” edito da Raffaello Cortina Editore.

Rosa Luxemburg fra rivoluzione e guerra

Pubblichiamo la seconda parte di un lungo saggio sul pensiero e il ruolo della rivoluzionaria polacca, figura unica nel movimento rivoluzionario internazionale del ‘900; il suo lascito ancora oggi rimane largamente al di qua del valore, teorico, politico e umano della persona. Qui l’autore esamina la sua posizione contro la guerra e la critica radicale che Rosa Luxemburg ebbe il coraggio di rivolgere a Lenin, riguardo allo svolgimento della rivoluzione russa e particolarmente allo strame della democrazia che ne stavano facendo i bolscevichi.