Francesco Costa, nelle primissime pagine del suo nuovo libro lei sostiene che le alleanze degli americani sono più salde che in qualsiasi altro momento degli ultimi vent’anni. Lo sottoscrive anche oggi?
Sì; da poco abbiamo assistito ad un nuovo ingresso nella Nato, l’Alleanza Atlantica era moribonda fino a qualche anno fa. Nel Sud Est Asiatico, nell’Indo-Pacifico, i legami tra gli Stati Uniti e i Paesi che circondano la Cina non sono mai stati così saldi: pensiamo alla Corea del Sud, all’India e ad altre realtà.
L’alleanza Usa-Israele è un’eccezione che conferma la regola?
L’alleanza in effetti scricchiola, ma non dimentichiamo che, in questo momento, Israele è un Paese molto isolato a livello internazionale, ha bisogno degli USA. Certo, i rapporti tra i due Presidenti, sul piano personale, sono ai minimi storici. A volte, però, dimentichiamo che Biden non può decidere per gli altri Paesi premendo un pulsante magico: gli Usa non volevano che la Germania costruisse il Nord Stream con la Russia, ma ciò non è servito a dissuaderli. L’Italia, contro il parere di Washington, ha firmato il memorandum con la Cina. Gli Usa stanno sperimentando che la loro potenza è contesa, non è assoluta, e che non possono costringere gli alleati a fare quello che vogliono.
Ma perché è così convinto che questo sarà un altro “secolo americano”?
Perché gli Usa sono il Paese meglio attrezzato, più forte, di gra…