2014, l’estate di orrore e controrivoluzione globale

L'estate del 2014, quella dell'orrore sparso dall'Isis, oltre che della prima invasione russa in Ucraina, quella della Crimea annessa illegalmente, è stato un anno spartiacque nella storia recente: l'inizio di una controrivoluzione globale che ha avuto per obiettivo innanzitutto le fiammette rivoluzionarie che avevano scosso i numerosi Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente a partire dal 2011. Un anno di arretramento globale della speranza di democrazia per i popoli, compresi quelli occidentali.

L’irruzione definitiva dell’ISIS sulla scena globale avviene con una testa tagliata. È quella del giornalista James Foley, primo ostaggio statunitense a essere giustiziato dal gruppo terroristico il 19 agosto di dieci anni fa, a meno di due mesi dall’offensiva con cui i militanti jihadisti erano riusciti a stabilire il Califfato sui territori del nord dell’Iraq e della Siria (portando avanti il genocidio della popolazione yezida). Il video della sua esecuzione si apre con l’annuncio dell’allora presidente Barack Obama di aver autorizzato degli attacchi aerei per fermare l’avanzata dello Stato Islamico e anzi è proprio questa decisione che viene indicata, con parole fatte pronunciare dallo stesso Foley, come motivo per la decapitazione. La campagna di bombardamenti di Washington sono stati per lui “il colpo di grazia”, dice la vittima.

L’uniforme arancione è un chiaro rimando, peraltro già utilizzato in precedenza da Al-Qaeda, alle torture avvenute a Guantanamo circa un decennio prima per mano dei militari statunitensi. La sfida lanciata dall’ISIS è anche e fin da subito una guerra di immagini e simboli, in cui la pratica del terrore trova giustificazione nel suo essere uno “specchio rovesciato” del nemico, emblema di una volontà di vendetta che assume tratti apocalittici e inesorabili. Ma, forse, più che di terrore si potrebbe parlare di orrore – almeno a mo’ di suggestione. Nella sua riflessione sugli sviluppi globali successivi all’attentato alle Torri Gemelle dell’undici settembre (Orrorismo, 2007), la teorica femminista Adriana Cavarero si sofferma sulla famosa tela del Caravaggio che ritrae la testa mozzata di Medusa con la bocca spalancata: «Gli occhi, sbarrati, non guardano l’osservatore, bensì si rivolgono altrove, forse verso Perseo e il suo specchio o, più probabilmente, verso ciò che nessuno vo…

Interviste matrioska, i “grandi vecchi” che hanno fatto la storia

Pubblichiamo un estratto dal libro di Ennio Cavalli “Ci dice tutto il nostro Inviato – Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie”, edito da Rubbettino editore. Incontri e cronache a cavallo fra il passato e il futuro, “interviste matrioska” con grandi personalità che hanno segnato la storia, dalla penna di un “poeta con i piedi per terra” come lo ha definito Luciano Canfora, che del libro ha curato la prefazione.

Francia: un risveglio di popolo può fermare i prestigiatori del potere

Il presidente prestigiatore che incantava il pubblico con i suoi trucchi ha perso il tocco: Macron in Francia voleva ritrovare margini di manovra per completare il suo mandato quinquennale, ma dal cappello non è uscito l’atteso coniglio, bensì il caos a destra e una potente forza a sinistra, che potrebbe riservarci sorprese.

Gli inganni 
di Foucault

Nel quarantennale della morte di Michel Foucault, lo ricordiamo con l’estratto di un saggio/lettera pubblicato nel numero 8/2020 di MicroMega, che dedicammo al concetto di biopolitica, a chiusura del primo anno di pandemia da Covid-19. La pandemia aveva infatti riportato alla ribalta tale pilastro del pensiero filosofico di Michel Foucault, di enorme successo negli ultimi decenni, specie in alcuni ambienti del pensiero filosofico-politico di sinistra. In una lettera a Roberto Esposito, a tutti gli effetti il principale esponente della biopolitica in Italia, il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais si lanciava in una rigorosa e appassionata invettiva contro quello che in definitiva, per lui, non è che contraddizione e vuoto filosofico. Foucault, secondo d’Arcais, aveva promesso ipotesi verificabili e confutabili, le ha invece sostituite con ipostasi che del significato di quei fatti diventano matrice e demiurgo. La sua bestia nera finisce per essere l’impegno riformatore, anche il più radicale.