Turchia e Iraq, quell’accordo che sacrifica il Pkk. Reportage dal Kurdistan

Nell'aprile del 2024 Turchia e Iraq hanno ripreso le relazioni diplomatiche e il loro primo frutto è stato l'accordo "Iraq Development Road", che prevede la costruzione di autostrade e ferrovie e una serie di ulteriori accordi in materia di cooperazione, sicurezza e gestione delle risorse idriche. Un accordo che in chiave geopolitica permette alla Turchia di intensificare la sua presenza nella regione, la cui vittima designata sarebbe soprattutto il Pkk, il partito dei lavoratori curdi.

Dopo tredici anni segnati da tensioni, lo scorso aprile la Turchia e l’Iraq hanno ripreso a pieno i rapporti diplomatici. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è volato a Baghdad per incontrare il primo ministro iracheno, Mohammed Shia’ Al-Sidani, con cui ha siglato l’accordo “Iraq Development Road”. Fulcro del patto è la realizzazione di 1.200 chilometri di autostrade e ferrovie che da Port Grand Faw, a Bassoura, nel sud dell’Iraq affacciato sul Golfo Persico, conducono fino ad Ovakoy, sul confine Turchia-Krg (Governo regionale del Kurdistan – Kurdistan in zona irachena), creando un ponte commerciale fra Asia ed Europa. Al piano partecipano anche lo stesso Krg, Qatar, Emirati Arabi Uniti e prevede una serie di ulteriori accordi in materia di cooperazione, sicurezza e gestione delle risorse idriche. In passato, è stata proprio l’acqua uno degli elementi di scontro fra i due Paesi e oggi, con un avanzato processo di desertificazione in atto, Baghdad ha siglato con Ankara un piano decennale che assicuri all’Iraq le quote di acque dolci necessarie provenienti dai fiumi Tigri ed Eufrate, che sgorgano in Turchia. “Erdoğan usa l’acqua come un’arma di ricatto e la rende negoziabile. L’Iraq Development Road è solo una strategia per aumentare la presenza militare turca sul territorio iracheno e curdo”, spiega Songül di Repak (The Kurdish Women’s Relation Office), un’ong con sede a Sulaymaniyah. Subito dopo aver firmato il patto, il presidente turco ha esternato su X la propria soddisfazione: “Questo patto segna i rapporti di buon vicinato con l’Iraq, e mette fine al Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), che sarà bandito da quei territori”.

1. Lalish, valle sacra per la minoranza religiosa di lingua curda ezida situata nella regione del Kurdistan in zona irachena, negli altopiani di Ninawa (Ninive), non distante dalle aree dove verrà realizzato il Development Road Project. Foto di Giacomo Sini, 2019.


2. Lalish, valle sacra per la minoranza religiosa di lingua curda ezida situata nella regione del Kurdistan in zona irachena, negli altopiani di Ninawa (Ninive), non distante dalle aree dove verrà realizzato il Development Road Project. Foto di Giacomo Sini, 2019.


La partecipazione all’Iraq Development Road del Krg

Il Krg partecipa alla realizzazione dell’Iraq Development Road dal 24 Maggio di quest’anno, dopo che il Ministero dei trasporti e delle comunicazioni del Krg, il direttore generale delle ferrovie irachene e la Development Railway Implementation Company, un’azienda italiana, hanno firmato un memorandum d’intesa (Mou) per il progetto. Il progetto iniziale, sotto proposta irachena, prevedeva difatti che il percorso bypassasse il territorio sotto il controllo del Krg, attraversando regioni a Ovest del fiume Tigri. La firma di questo Mou segue la raccomandazione del Primo ministro Masrour Barzani di far passare il percorso attraverso l’area curda, in particolare Semel e Derabun, per raggiungere il confine turco. Secondo lo stesso Barzani questo percorso “accorcerà la distanza di oltre 32 chilom…

Interviste matrioska, i “grandi vecchi” che hanno fatto la storia

Pubblichiamo un estratto dal libro di Ennio Cavalli “Ci dice tutto il nostro Inviato – Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie”, edito da Rubbettino editore. Incontri e cronache a cavallo fra il passato e il futuro, “interviste matrioska” con grandi personalità che hanno segnato la storia, dalla penna di un “poeta con i piedi per terra” come lo ha definito Luciano Canfora, che del libro ha curato la prefazione.

Francia: un risveglio di popolo può fermare i prestigiatori del potere

Il presidente prestigiatore che incantava il pubblico con i suoi trucchi ha perso il tocco: Macron in Francia voleva ritrovare margini di manovra per completare il suo mandato quinquennale, ma dal cappello non è uscito l’atteso coniglio, bensì il caos a destra e una potente forza a sinistra, che potrebbe riservarci sorprese.

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