Roma? Raggi non l’ha resa una città più a misura di donne. Anzi

L’elezione di una donna a sindaco di Roma aveva acceso la speranza che una qualche politica di genere potesse finalmente prendere piede nella Capitale. Virginia Raggi ha però deluso tutte le aspettative.

Negli ultimi cinque anni Roma è stata governata per la prima volta nella sua storia da una donna. Avrebbe potuto essere l’occasione per un ripensamento delle politiche territoriali in un’ottica di genere, ma così non è stato. Anzi, l’amministrazione Raggi conferma – qualora ce ne fosse ancora bisogno – che, per quanto fondamentale, la presenza di donne nei luoghi in cui si decide non garantisce l’assunzione di una prospettiva di genere nelle politiche pubbliche né il riconoscimento di quelle forme di politica cui le donne e il femminismo hanno saputo e sanno dare vita.

Brandendo la “legalità” come una clava, la giunta Raggi ha messo in pericolo l’esistenza stessa di alcune delle realtà più significative del territorio, sotto il profilo di genere e non solo: il rapporto con gli spazi delle donne è stato infatti specchio delle modalità con cui Raggi si è relazionata con tutte le realtà “dal basso” attive nella Capitale, mettendo di fatto a rischio la tenuta di quel tessuto socio-politico-culturale che a Roma è in gran parte rappresentato da soggetti non istituzionali.

Una città a misura di donna?

Guardare alle politiche urbanistiche e territoriali di una città con una prospettiva di genere significa mettere a fuoco l’impatto differente che esse possono determinare su uomini e donne. E conseguentemente lavorare da un lato per ridurre sempre di più le ragioni che determinano quella differenza in termini di impatto (per esempio incentivando la condivisione alla pari del lavoro di cura tra uomini e donne) e dall’altro per rendere le città sempre più vivibili per tutti, e quindi in primo luogo per chi più ne subisce le disfunzioni (le donne ma anche gli anziani, i bambini, i disabili, i poveri).

Significa per esempio cambiare le modalità del trasporto pubblico, pensate attorno a un utente medio che esce di casa alle 8 del mattino per andare al lavoro e fa ritorno a casa alle 18. Un ripensamento della mobilità che superi la logica che connette le periferie con il centro lasciando invece scoperti i collegamenti tra periferia e periferia beneficerebbe…

Lech Wałęsa, 80 anni in tono minore nella Polonia autoritaria

Il 29 settembre l’ex leader di Solidarność compie 80 anni. Un evento importante per l’uomo che più di ogni altro ha fatto la storia della Polonia nella seconda metà del Novecento, che però non godrà di alcuna celebrazione pubblica. Per Wałęsa, uomo di compromessi, non c’è infatti posto nell’attuale Polonia di Kaczyński, populista e autoritaria.

Carlo Rosselli e le sue teorie economiche

Carlo Rosselli è conosciuto soprattutto per la sua filosofia politica e la sua attività antifascista. In questa sede ci vogliamo però strettamente concentrare sul suo pensiero economico, inizialmente influenzato dal suo maestro Gaetano Salvemini, da cui comunque si saprà discostare. Nel pensiero economico di Rosselli grande rilevanza è assunta dal ruolo dei sindacati e da quello degli operai, chiamati a diventare compartecipi delle decisioni in ambito produttivo.

Biennale Musica, intervista alla direttrice Lucia Ronchetti

Dal 16 al 29 ottobre si svolge “Micro-Music”, titolo del 67° Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto da Lucia Ronchetti, compositrice di fama internazionale. Oltre a essere un personaggio peculiare e interessante di per sé, Ronchetti è la prima donna a dirigere in assoluto un festival di tale importanza e questa circostanza offre diversi spunti di riflessione che includono sì la presentazione dell’imminente rassegna ma che si spingono anche molto al di là di essa.