L’umanità è al bivio.
Forse per la prima volta nella storia, ci troviamo di fronte alla drammatica e impellente necessità di decidere tra una prossima estinzione di massa e un radicale cambiamento degli schemi mentali ormai ossificati e degli assetti sociali da tempo fossilizzati.
Non possiamo lamentare l’imprevedibilità dell’alternativa; profeti della prima ora avevano già annunciato – inascoltati – il grido d’allarme per il «rischio corso sulla Terra per via dell’aria, del tempo o del clima intesi come sistema globale e condizione generale di sopravvivenza»[1], invocando perciò un drastico mutamento filosofico e al contempo giuridico: in primo luogo il passaggio dalla logica del brevissimo termine, del qui e oggi, a quella del lungo termine tale da abbracciare le future generazioni in un’ottica trans-temporale; in secondo luogo il rovesciamento dell’ordine giuridico moderno basato sul contratto sociale, sostituendo al rapporto di dominio dell’essere umano sulle forze della natura [polis versus physis] il “contratto naturale”, ovvero
«la stipulazione di un contratto naturale di simbiosi e di reciprocità in cui il rapporto con le cose lascerebbe dominio e proprietà per l’ascolto ammirativo, la reciprocità, la contemplazione e il rispetto, in cui la conoscenza non presupporrebbe più la proprietà, né l’azione il dominio»[2]. Si trattava di un nuovo contratto, antitetico rispetto a quello rousseauiano, che avrebbe dovuto sancire l’interazione tra viventi, e dunque tra nuovi soggetti del diritto, in un contesto terrestre globale.
Su questo terreno affonda le radici il movimento di pensiero denominato “Costituente Terra. La storia continui” di cui l’ultima fatica di Luigi Ferrajoli, Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio (Feltrinelli, 2022) rappresenta l’espressione più profonda e matura, allo stesso tempo innovativo manifesto politico e concretissima proposta tecnico-giuridica di costituzione globale.
Si parte dall’analisi delle cinque emergenze e delle catastrofi globali che hanno già fatto ingresso nella vita quotidiana dell’umanità[3].
- Il riscaldamento climatico, generato da uno sviluppo economico ecologicamente insostenibile la cui logica esclusivamente “estrattiva” sta conducendo a un dominio distruttivo sulla natura, con l’umanità trasformatasi in una sorta di «metastasi che avvolge il pianeta, mettendone a rischio, in tempi non lunghissimi, la stessa vivibilità»[4].
- Le guerre e le minacce alla pace generate dalla produzione e dalla detenzione di armi sempre più micidiali, con la diffusione sia di nuove guerre di aggressione sia di nuovi armamenti, anche di distruzione di massa.
- Le massicce violazioni dei diritti umani provocate, nella maggior parte del pianeta, da regimi dispotici che hanno soppresso le libertà fondamentali, e che si pongono …